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1° Congresso Nazionale PMA tenutosi a Firenze 23-24 Febbraio 2018

Urologia Redazione DottNet | 20/04/2018 11:40

Dr. Giuseppe Romano Leopolda di Firenze, 23-24 Febbraio 2018

Il Dr. Giuseppe Romano, Direttore UO Urologia del Presidio Ospedaliero S.Maria alla Gruccia a Montevarchi (AR), ci racconta l’evento che si è tenuto alla Leopolda di Firenze il 23-24 Febbraio 2018 dove si è riunita la Fondazione di PMA Italia.

D. Questo è il primo convegno della Fondazione PMA Italia: quali gli obiettivi di oggi e le prospettive per il futuro?

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Il nostro principale obiettivo è portare la PMA ad un coordinamento a livello nazionale in particolare facendo capire, secondo il mio modesto punto di vista, che la collaborazione tra i centri pubblici e centri privati accreditati deve essere totale. Infatti questo primo congresso ha rappresentato un punto di incontro tra la PMA pubblica e la PMA privata. Il prossimo congresso con la medesima finalità si terrà a Firenze sempre alla Leopoldo.

D. Quali strategie a favore della riproduzione si pone la Fondazione?

Bisogna sottolineare intanto che la Regione Toscana è la prima regione che si sta ponendo, in termini di procreazione medicalmente assistita pubblica, con delibera regionale che mette in condizioni la regione Toscana di avere una rete, appunto la cosiddetta rete PMA. Tale rete prevede che tutte le professioni medicalmente assistite pubbliche e in parte anche le private accreditate siano collaboranti tra loro in maniera tale da avere un punto di riferimento apicale che sia appunto la rete che permette di comunicare attraverso la ricetta. È un aspetto molto importante e che probabilmente verrà anche poi adottata in un secondo momento a livello nazionale. A tal proposito il nostro direttore generale, nei prossimi mesi, avrà un tavolo di trattative con il Ministro della Sanità per far valutare la possibilità di applicare lo stesso modello regionale Toscano a livello nazionale. Le strategie sono quelle di curare, a vari livelli, la coppia infertile con la possibilità di ottenere un figlio e questo ovviamente può avvenire solo facendo una strategia importante sul territorio intanto a livello di prevenzione dell'infertilità quindi prevenzione che deve essere maschile sulle cause di infertilità e deve essere ovviamente anche femminile perché l'infertilità non è più appannaggio di uno dei due partner della coppia quindi parliamo di infertilità di coppia.

D. L’infertilità sembra aumentare nella sfera della coppia: quale prevenzione possibile?

Intanto il coinvolgimento sul territorio, al di fuori dei centri di procreazione medicalmente assistita, innanzitutto della medicina generale e degli ambulatori di andrologia e di ginecologia di primo e secondo livello, questo per ciò che riguarda l'aspetto medico e in seconda battuta puntare sulle campagne pubblicitarie promozionali che possono essere effettuate attraverso i massmedia o spot pubblicitari o altro per far capire quali possono essere le strategie da adottare soprattutto in età adolescenziale per quanto riguarda la componente maschile sulla ricerca e sulla cura delle possibili cause di infertilità maschile. Ad esempio una volta c'era la medicina scolastica ed ancora una volta c'era la visita di leva che metteva in condizione di valutare bene i pazienti in quanto tali facendo una visita preventiva e quella era veramente una visita preventiva in quanto si faceva la diagnosi di varicocele in pazienti giovani o di altre malformazioni o di altre problematiche andrologiche e da lì si riusciva a tenere sotto controllo alcune patologie e o a curarle preventivamente. Invece attualmente, la visita di leva è stata abolita, la medicina scolastica non esiste più e tutto ciò a mio parere invece andrebbe ripristinato poiché il dato della fertilità maschile e in generale il tasso di fertilità si è ridotto tantissimo negli ultimi 10 anni.

D. Quanto di sperimentale e quanto di reale nella PMA?

Di reale c'è tantissimo perché ad oggi nel 2018 e con tutte le tecniche che abbiamo a nostra disposizione si riescono veramente a fare miracoli ad esempio anche nei maschi azoospermici cioè in coloro che non hanno spermatozoi nel liquido seminale e si riesce con le tecniche di recupero degli spermatozoi avanzate ad ottenere anche uno o due spermatozoi che possono fare la differenza è che possono permettere di ottenere una gravidanza. Tutto ciò oggi si riesce ad ottenere perché esiste un lavoro d'equipe importante che prevede oltre all'azione dei due specialisti di base, che sono il ginecologo e l'andrologo, ovviamente il team e l’esecuzione perfetta che conta in una squadra è la presenza di un genetista, uno psicologo, un biologo che quasi sempre è presente anche al tavolo operatorio per supportare queste tecniche ed anche per procedere con la scelta della tecnica più congeniale per la coppia. Quindi oggi si è arrivati a questi livelli solo perché si è speso molto in ricerca prima e si continua ancora perché ad esempio sulle diagnosi prenatali si riesce a fare parecchio nel senso che si fa prevenzione anche su eventuali malformazioni congenite e di malattie ereditarie che potrebbero coinvolgere il nascituro da PMA.

D. Vi sono nuove metodiche per una preservazione ovocitaria?

Sicuramente sì oggi parla di social freezing o di tante altre metodiche. Le metodiche sono tante ed è chiaro che però bisogna non andare ad impattare con quello che l'aspetto etico della procreazione medicalmente assistita. Esiste una fecondazione omologa ed una eterologa ovviamente la fecondazione eterologa apre dei risvolti etici anche abbastanza importanti mentre nell’omologa tutto è possibile. In Toscana, ed è poi quello che vogliono adottare a livello nazionale, la coppia che ha difficoltà ad avere un figlio accede a una visita, dopo aver fatto chiaramente tutta una serie di visite ed inquadramenti sul territorio dal punto di vista andrologico e ginecologico, accede con una semplice impegnativa del medico curante avente diagnosi di infertilità di coppia al percorso PMA. Quindi la partner viene studiata dal punto di vista ginecologico mentre il partner dal punto di vista andrologico ovviamente vengono effettuati degli esami di primo, secondo ed anche terzo livello. Per cui la regione Toscana agisce in tal senso, cioè se la paziente donna ha meno di 43 anni viene applicato un ticket sanitario di circa € 100 per poter accedere alle tecniche più semplici di procreazione medicalmente assistita. Altri ticket di costo maggiore invece vengono applicati sulle tecniche più evolute, l’ICSI, fino a tre tentativi da parte della coppia omnicomprensivi anche tenendo conto delle eventuali tecniche di recupero degli spermatozoi. Ad esempio se la donna è a posto ci sarà il recupero degli spermatozoi e l'uomo allo spermiogramma è un azoospermico, si fa una tecnica detta TESE in c’è una biopsia a cielo aperto di testicolo, in presenza del biologo, in modo da recuperare nel tessuto testicolare lo spermatozoo o gli spermatozoi se ci sono e quei spermatozoi recuperati vengono impiantati Immediatamente nell’uovo dopo che viene prelevato dalla donna. Nel percorso PMA con ticket è compresa anche questo tipo di questo tipo di percorso completo

D. La crioconservazione è attualmente una tecnica sicura ed efficace?

Assolutamente sì! Sì tenga conto che per arrivare a crioconservare c'è necessità anche di una serie di accertamenti. Abbiamo due modalità di crioconservazione in andrologia quella legata alla procreazione in genere e che può essere distinta da quella che invece è legata alla procreazione in tema di oncologia. Oggi tanti ragazzi giovani magari malati oncologici che fanno terapia oncologica vanno incontro a crioconservazione preventiva ed è uno dei pochi modi per avere la crioconservazione del seme per una vita e la possibilità poi di poter procreare perché ad oggi le banche del seme permettono di conservare il seme fino a quando il paziente non decide di distruggerlo oppure di donarlo.

D. Quali i maggiori criticismi dei Centri PMA in Italia?

Ritengo che il modello Toscano applicato a livello italiano possa rappresentare l'optimum. Le maggiori criticità sono Intanto il discorso che alcune regioni non sono dotate di centri PMA, seconda problematica è legata al fatto che alcuni centri sono completamente privati per cui la coppia deve pagare veramente tanto per poter accedere alle prestazioni ed il terzo aspetto è che quando esistono quelli pubblici non si riesce a collaborare con altre strutture quindi sono centri un po' troppo isolati per questo l'idea di questa rete PMA che mette in collegamento tutte le procreazioni medicalmente assistite della Toscana. Difatti in Toscana abbiamo 22 strutture pubbliche e sono tutte collegate tra di loro e abbiamo anche delle appendici di PMA che sono gli ambulatori di PMA sul territorio, chiaramente il centro è la struttura apicale ed è la struttura dove arrivano pazienti che magari vengono anche studiati al livello locale da questi avamposti di ambulatori PMA che comunque comunicano in tempo reale con il centro o con altri centri e tutto ciò è anche per abbattere le liste di attesa.

D. Quale la situazione di affluenza a PMA in Italia?

L’affluenza è notevolissima e in questi ultimi tre anni c'è stato un incremento di quasi il 40% rispetto a quello che era qualche anno fa l’accesso al percorso di PMA. Questo aspetto bisogna leggerlo innanzitutto in funzione di una diminuzione del tasso di fertilità della coppia, il secondo aspetto è relativo all’aumento dell'età anagrafica delle coppie per cui è chiaro che quando si arriva a 35-38 anni in presenza di problematiche di infertilità, la coppia va direttamente al dunque piuttosto che provare per altri anni, il terzo aspetto è sicuramente legato al fatto che nel pubblico, abbassandosi un attimino per il discorso economico ed anche le tariffe legate alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, le coppie vi accedono con molta più facilità.

AN.LIT.COM 03.2018.3526

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