Gli effetti sono stati mantenuti per oltre 7 anni nei pazienti trattati negli studi clinici
Gli effetti del trattamento di alemtuzumab di Sanofi Genzyme sull'attività di malattia in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) sono stati mantenuti per oltre sette anni. Lo dimostrano i dati dell’estensione di due trial clinici registrativi, presentati durante il 70° Congresso dell'American Academy of Neurology (AAN), in corso a Los Angeles.
La maggior parte dei pazienti con SMRR trattati con alemtuzumab nei trial clinici registrativi CARE-MS della durata di due anni ha completato il follow-up a lungo termine fino al settimo anno. I risultati principali includono:
"I dati della fase di estensione degli studi presentati all’AAN dimostrano che più di due terzi dei pazienti non hanno avuto un peggioramento della disabilità confermata al settimo anno, dall'inizio del trattamento con alemtuzumab ", ha affermato Barry Singer, Direttore dell’MS Center for Innovations in Care del Missouri Baptist Medical Center di St. Louis. "Inoltre, gli effetti sulle ricadute e a livello di risonanza magnetica (MRI) inclusa la perdita di volume cerebrale, sono stati mantenuti nel tempo, sebbene la maggior parte dei pazienti non avesse ricevuto alcun trattamento aggiuntivo nei precedenti sei anni".
Gli studi registrativi di fase 3 su alemtuzumab erano randomizzati, in aperto, con valutatore in cieco, della durata di due anni e hanno confrontato il trattamento con alemtuzumab con interferone beta-1a ad alto dosaggio per via sottocutanea in pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente (RRMS), con malattia attiva e non trattati in precedenza (CARE-MS I) o che hanno risposto in modo non adeguato ad un altro trattamento (CARE-MS II).
Negli studi clinici, gli eventi avversi associati ad alemtuzumab sono stati: reazioni all'infusione, patologie autoimmuni (come tiroiditi, citopenia e nefropatie), infezioni, colecistite acuta e polmonite. Alemtuzumab può causare un aumentato rischio di neoplasie. Sono stati istituiti programmi di gestione del rischio che includono informazione e monitoraggio, aiuto, supporto, rilevazione e gestione in tempi rapidi dei principali rischi identificati e di quelli potenziali. Gli effetti indesiderati più comuni di alemtuzumab sono eruzioni cutanee, mal di testa, febbre, nasofaringite, nausea, infezioni del tratto urinario, affaticamento, insonnia, infezioni del tratto respiratorio superiore, herpes virale, orticaria, prurito, tiroiditi, infezioni fungine, artralgia, dolore alle estremità, mal di schiena, diarrea, sinusite, dolore orofaringeo, parestesia, vertigini, dolori addominali, vampate di calore e vomito.
Informazioni su alemtuzumab
Alemtuzumab è approvato in oltre 60 Paesi. Altre richieste di autorizzazione all’immissione in commercio sono attualmente in valutazione dalle autorità regolatorie in diverse parti del mondo. Alemtuzumab è supportato da un programma di sviluppo clinico completo ed esteso che ha coinvolto circa 1.500 pazienti in tutto il mondo e 5.400 anni-paziente di follow-up. A oggi, oltre 19.0005 pazienti sono stati trattati con alemtuzumab.
Note:
Il peggioramento della disabilità confermata è definito come un aumento pari o maggiore a 1 punto sulla scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) (oppure pari o maggiore a 1,5 punti se al basale EDSS=0), mantenuto per sei mesi.
Il miglioramento della disabilità confermata è stato definito come una diminuzione pari o maggiore a 1 punto sulla scala EDSS, mantenuta per sei mesi; è stato misurato solo in pazienti con punteggi al basale EDSS ≥ 2,0.
La perdita di volume cerebrale è stata misurata dalla frazione parenchimale cerebrale alla risonanza magnetica.
L'attività di malattia misurata alla risonanza magnetica è stata definita come nessuna nuova lesione captante il Gadolinio in T1 e nessuna nuova né più estesa lesione in T2.
Dati dell’azienda.
Lavoro del team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino
Il 30-40% delle persone con Epilessia non raggiunge il controllo ottimale della malattia
Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose
È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications
Studio sui topi, migliore risposta immunitaria
Si tratta della prima terapia a base di CAR-T mirata all’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA) approvata dalla Commissione europea per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno una l
Immunoterapia più chemioterapia raddoppia il tasso a lungo termine
Agisce anche sul trabecolato
Su Jama i risultati di questa indagine: i pazienti a cui viene erroneamente assegnata una diagnosi di infarto miocardico sono spesso sottoposti a ulteriori test, tra cui imaging ad alto costo e procedure invasive potenzialmente rischiose
L'iniezione scudo a mRna utilizza la stessa tecnologia degli attuali vaccini Covid ed è in fase di test negli studi di Fase III della fase finale
Gesualdo, basata sui bisogni delle varie branche specialistiche e dei pensionamenti
Fipe-Confcommercio e Associazione Aic firmano intesa
Commenti