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Trentino, concorso sedi: prossime all'apertura sedici farmacie

Farmacia Redazione DottNet | 17/05/2018 21:05

Undici farmacie sono obbligatorie e le altre facoltative, secondo la suddivisione prevista dalla cosiddetta riforma Monti

Dopo 4 anni dall’avvio della procedura, è in dirittura d'arrivo l’apertura di 16 nuove farmacie sul territorio provinciale di Trento. Nella giunta di mercoledì, infatti, l’esecutivo ha preso atto dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato sui diversi ricorsi che sono stati presentati da alcuni concorrenti e che ha di fatto sancito la bontà delle graduatorie. Ha proceduto a confermare la lista delle 16 farmacie da assegnare, escludendo quella dei Solteri per il Comune di Trento e sostituendola con la nuova apertura a Spini, e attende ora i 57 giorni residui per un eventuale nuovo ricorso, dopo di che, senza una ulteriore appendice giudiziaria, si parte con l’assegnazione delle nuove sedi. 

«Entro due mesi - spiega il dirigente del Dipartimento welfare Silvio Fedrigotti - sapremo se ci saranno ulteriori ricorsi, dopo quelli del passato. Nel caso in cui non ci saranno, allora procederemo con l’interpello per arrivare all’assegnazione delle farmacie». Si tratta di un metodo per cui ai candidati che si sono presentati verranno proposte le sedi delle farmacie. Non è detto che ci siano subito delle accettazioni della sede da parte di chi è in graduatoria e a quel punto si dovranno passare in rassegna più posizioni fino a che non si arriverà al farmacista che accetta la sede.

In Trentino, se il procedimento andrà a buon fine, ci saranno 16 nuove farmacie. Le nuove sedi saranno a Serravalle di Ala, Molina di Ledro, Mezzocorona, Mori, Riva del Garda, e a Trento, con sei nuove sedi, cioè a Melta, Spini (e non Solteri), Le Albere, Oltrefersina, Mattarello e Povo. Altre farmacie saranno a Arco, Cles, Mezzolombardo, Pergine Valsugana e Noriglio di Rovereto. Tra queste 11 farmacie sono quelle obbligatorie e le altre facoltative, secondo la suddivisione prevista dalla cosiddetta riforma Monti che prevedeva nel 2012 con il decreto sulle liberalizzazioni (il cosiddetto provvedimento Cresci Italia) una farmacia obbligatoria ogni 3.

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300 abitanti.

Per assegnarle la Provincia aveva deciso di varare nell’estate del 2014 un concorso pubblico per assegnare le 16 nuove sedi.  Il bando di gara era già stato rifatto nel 2014 dopo che le regole precedenti erano state bocciate dalla Corte costituzionale, perché non rispettavano la lettera del decreto cresci-Italia del governo Monti che aveva avviato la liberalizzazione del settore delle farmacie. Il concorso era aperto ai farmacisti che non avevano all’epoca una loro farmacia, ma anche a quelli che ne avevano già una ordinaria o soprannumeraria.

Per quanto riguarda quelle obbligatorie, che vanno aperte perché rispettano il rapporto di una ogni 3.300 abitanti come previsto dalla normativa nazionae, il bando ne individua undici, tra cui quella di Melta o quella delle Albere. Quelle che invece sono facoltative nel senso che possono essere assegnate dai Comuni sulla base del fatto che si supera il 50% del numero di abitanti minimo (almeno 1.650 abitanti quindi contro i 3.300 ordinari) sono cinque. Si tratta delle strutture di Ala, Molina di Ledro, Mezzocorona, Mori e Riva del Garda.

Adesso, alla luce della graduatoria del bando del 2014, contro la quale erano stati proposti una serie di ricorsi, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, si andrà a chiedere ai candidati risultati vincitori e poi agli altri la disponibilità a prendere in carico le nuove sedi. L’ultima sentenza che ha messo la parola fine è quella numero 1.319 del Consiglio di Stato pronunciata dalla Sezione terza.

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