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Legge sul dolore, la conosce bene solo il 33% dei medici

Medicina Generale Redazione DottNet | 26/05/2018 12:30

Sondaggio Fimmg: grosse lacune sul territorio

Oltre il 90% dei medici riferisce di prescrivere "sempre/spesso" una terapia nel corso di una prima visita di un paziente con dolore, ma solo un terzo dei medici di famiglia conosce "bene" la legge 30 per l'accesso alla terapia anti-dolore ed il 15% afferma che il sistema di cure palliative non è disponibile sul proprio territorio. E' quanto emerge da un questionario realizzato dal Centro studi della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), per il secondo anno consecutivo, in occasione della Giornata del Sollievo che si è celebrata domenica 27 maggio, su un campione di oltre 400 medici di famiglia.

È confermato il dato, afferma la Fimmg, "emerso con evidenza già lo scorso anno, secondo cui i pazienti con dolore sono normalmente presi in carico dal medico di base. Questi pazienti vengono inviati raramente a visita specialistica, anche se sono in aumento, rispetto allo scorso anno, i medici che dichiarano di inviarli "spesso" (il 26% vs 19,3%)". Per la quasi totalità dei medici, il problema del dolore rappresenta un aspetto rilevante nella pratica professionale: per il 60,1% molto rilevante, per il 18,6% estremamente rilevante. Viene riferito un uso abbastanza frequente delle scale di valutazione per la misura dell'intensità del dolore: il 45,7% del campione riferisce di usarle "sempre/quasi sempre/ spesso". Il campione conferma, nella sostanziale totalità, di sapere dell'esistenza della Legge 38/2010. In particolare è conosciuta bene da circa 1/3 dei medici. La maggioranza tuttavia riferisce di conoscerla in modo approssimativo.

Inoltre, spiega Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi Fimmg, "continua ad esserci una percentuale del 15% di medici che afferma che il sistema di cure palliative non è disponibile nel loro territorio o che comunque non conosce questa risorsa. Nonostante questo, sembrerebbero aumentare per i medici le occasioni per seguire i pazienti nei sistemi integrati delle cure palliative. Sembrerebbe emergere complessivamente, nel confronto tra i due anni, in tutte le aree del Paese - conclude - una tendenza all'aumento della soddisfazione dei medici rispetto al livello di integrazione con la rete delle cure palliative dei malati sul territorio". 

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