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Il mercato degli integratori cresce in Italia: li consumano in 32 mln

Farmaci Redazione DottNet | 21/06/2018 17:05

"L'Associazione ha intrapreso un percorso di qualità che ha coinvolto l'industria, i medici e i farmacisti". Ricciardi: il ruolo che giocano nella prevenzione

Sono 32 milioni i consumatori di integratori alimentari, il 65% degli italiani adulti. In Italia il mercato degli integratori, il principale in Europa, ha generato un valore di circa tre miliardi di euro con riferimento solo al canale della farmacia e della Gdo, che rispettivamente a fine 2017 registravano un valore di mercato del 91,2% e dell'8,8%. Il comparto ha registrato una crescita del 5,9% nell'ultimo anno. Questi i dati diffusi in occasione della diciannovesima convention di Federsalus, Associazione nazionale produttori e distributori di prodotti salutistici. Gli integratori alimentari - è emerso alla convention - possono giocare un ruolo importante nell'ambito della prevenzione primaria, contribuendo a mantenere in salute la popolazione e quindi con un impatto significativo in termini di welfare collettivo e di risparmio per il Sistema Sanitario, che quest'anno compie 40 anni.

"L'Associazione ha intrapreso un percorso di qualità che ha coinvolto l'industria, i medici e i farmacisti nell'affermare l'utilità degli integratori alimentari. Questo percorso deve ora passare alla fase operativa di dimostrazione scientifica - spiega Andrea Costa, Presidente FederSalus -.Con un ruolo di coordinamento FederSalus invita le Istituzioni, le Università e tutto il mondo della ricerca a mettere a disposizione strumenti e competenze per sostanziare attraverso i dati scientifici l'importantissimo ruolo che l'integratore può avere in prevenzione primaria e quindi in termini disostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale per la necessità di cercare soluzioni percorribili in grado di garantire assistenza sanitaria a fronte di risorse ridotte". Intervenendo all'inaugurazione della convention il senatore Andrea Mandelli , presidente della Fofi, Federazione ordini farmacisti italiani, sottolineato l'importanza quando si parla di integratori di "evitare la pericolosa deriva del fai da te" e la necessità di un'alleanza tra istituzioni, associazioni che rappresentano le aziende, medici e farmacisti.

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Il ruolo che l'utilizzo degli integratori può giocare nella prevenzione delle patologie e in una promozione degli stili di vita e della salute può essere importante, purché sia basato sull'evidenza scientifica. Lo ha detto in un videomessaggio inviato in occasione della convention di Federsalus il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi. "Questa è un po' la conditio sine qua non che come Istituto Superiore di Sanità poniamo un po' a tutte quelle che sono le tecnologie che vengono proposte ai nostri cittadini" ha evidenziato Ricciardi. "Non c'è dubbio che ci troviamo a un bivio per quanto riguarda il Servizio Sanitario Nazionale - ha proseguito - un Ssn che proprio quest'anno compie 40 anni ed è stato una straordinaria conquista del nostro Paese ha fatto sì che i nostri cittadini, che spesso non se ne rendono conto, possano vivere una vita lunga, molto spesso in condizioni di buona salute, in certe parti del Paese già però si comincia a vedere la crisi che emerge per l'incontro tra la longevità, la cronicità con cui molti cittadini devono fare i conti e poi le tecnologie che offriamo loro per curarsi o meglio prevenire l'insorgenza delle malattie".

  "La prevenzione primaria - ha aggiunto - significa cercare di evitare che le persone si ammalino ed è questa la vera sfida" "Oggi abbiamo fatto dei calcoli nei 28 Paesi dell'Unione Europea , soltanto cinque condizioni, cioè il diabete, le demenze, lo stroke, le malattie cardiovascolari e le malattie neoplastiche assorbono già un trilione di euro- ha sottolineato- è una cifra incredibile che aumenterà a dismosura se non agiamo sulla prevenzione. Possono gli integratori giocare un ruolo in questo? Certamente si. Io credo che la plausibilità scientifica ci sia tutta però c'è bisogno che i produttori approccino il metodo scientifico, il rigore della valutazione, per cercare di far si che eventualmente le strutture pubbliche possano supportare questo tipo di approccio, inserirlo nelle linee guida, nei protocolli".

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