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Piemonte: gli specialisti privati potranno prescrivere per l'Ssn

Sanità pubblica Redazione DottNet | 24/06/2018 18:05

Esperimento apripista per tutte le altre Regioni. Si eviterà così di andare dal medico di famiglia per le ricette

La polemica tra medici di famiglia e specialisti sulle ricette trova una prima risposta in Piemonte, dove anche i medici delle strutture private accreditate potranno prescrivere visite, esami e farmaci ai pazienti del servizio sanitario regionale.

Il provvedimento servirà anche da apripista alle altre Regioni italiane: se l'esperimento darà risultati positivi, non è escluso che la nuova norma potrebbe esser estesa anche al resto del Paese. "L'obiettivo - rimarca l'assessore alla sanità Antonio Saitta – è di agevolare il più possibile i percorsi di cura dei pazienti, semplificando le procedure e riducendo i passaggi necessari per ottenere le prestazioni. Anche gli specialisti delle strutture pubbliche sono da tempo abilitati a fare le prescrizioni, chiederò ai direttori delle aziende sanitarie di prestare la massima attenzione".

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La novità consentirà ai pazienti piemontesi di evitare il ritorno dal medico di famiglia per ottenere una nuova ricetta, nel caso siano necessari ulteriori visite o approfondimenti diagnostici. L'operazione è favorita dall'uso della ricetta dematerializzata, che permette alla Regione di monitorare le prescrizioni e tenere sotto controllo i tetti di spesa. Il nuovo servizio partirà il primo settembre in alcuni presidi, ed entrerà a pieno regime dal primo gennaio 2019.

Per quanto riguarda invece il servizio pubblico la pratica della trascrizione della ricetta specialistica da parte del medico di famiglia per esami o visite  specialistiche a carico della sanità pubblica non è più necessaria dal 2004, quando l’articolo 50 della legge 326/2003 stabilì che le strutture pubbliche dovessero dotarsi di ricettario rosso.

Invece è ancora diffusa la pratica di rinviare al medico di medicina generale il paziente per la compilazione delle ricette, scatenando a volte incidenti di percorso visto che il medico di famiglia ha tutto il diritto di rifiutare prestazioni che gli saranno attribuite (anche se una recente sentenza della Cassazione pone dei paletti), in relazione a controlli da lui non richiesti, su valutazioni cliniche da lui o lei non effettuate.

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