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Test italiano può anticipare chi avrà la demenza

Neurologia Redazione DottNet | 17/07/2018 19:18

E' basato su un prelievo e sull'elettroencefalogramma

 Grazie a scienziati italiani potrebbe entrare presto nella pratica clinica un test semplice e low cost per predire chi si ammalerà di demenza (tra cui Alzheimer) anni prima dell'esordio della malattia. Il test - che si basa su un prelievo di sangue e un elettroencefalogramma (Eeg) - sarà rivolto in modo specifico a persone con un lieve declino cognitivo e che proprio per questo hanno un rischio di demenza 20 volte maggiore dei coetanei. 

Il test è frutto di una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Neurology e coordinata da Paolo Maria Rossini, della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, con la collaborazione - tra gli altri - di Fabrizio Vecchio dell'IRCCS San Raffaele Pisana di Roma e di Camillo Marra, responsabile della Clinica della Memoria del Gemelli.  "Grazie a questo studio conoscere chi si ammalerà di demenza tra i soggetti a rischio sarà semplice e rapido perché basteranno un normalissimo Eeg e un prelievo - spiega Rossini; un test siffatto potrà essere di grande aiuto alle persone con declino cognitivo e alle loro famiglie".    "Il test è utilizzabile da subito nella pratica clinica - rileva l'esperto all'ANSA - ma è previsto un suo 'collaudo' all'interno di un progetto di ricerca comparativo denominato INTERCEPTOR, finanziato da AIFA e Ministero della Salute che, se iniziato subito, darà i risultati definitivi alla fine del 2022"

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 Il declino cognitivo lieve è un disturbo che si manifesta mediamente dopo i 60 anni (con alcuni casi anche in età più precoci) ed è caratterizzato da piccole défaillance misurabili, ma che non impattano nelle abilità di vita quotidiana, di relazione, affettiva, professionale della persona. In Italia si stima vi siano circa 735.000 persone con questo tipo di declino.  Nel giro di 1-5 anni un soggetto con declino cognitivo su 2 svilupperà la demenza vera e propria. Gli altri o rimangono stabili nel tempo o addirittura tornano alla normalità. Ad oggi non esiste un esame predittivo semplice e economico per predire la sorte di queste persone. Si deve ricorrere ad esami onerosi come la Pet, la risonanza magnetica e invasivi come la puntura lombare.    Il nuovo test - semplice, a basso costo, non invasivo e quindi potenzialmente disponibile su tutto il territorio nazionale - prevede un prelievo per condurre un test genetico alla ricerca di una mutazione legata al rischio di Alzheimer, sul gene 'ApoE' e lo studio dei segnali registrati con l'Eeg con un'analisi matematica ('teoria dei grafi') per capire come sono connesse tra loro le diverse aree del cervello. Il tutto per un costo presunto di non più di 100 euro a testa, sottolinea Rossini.

  Valutato per ora su 145 soggetti con declino monitorati per alcuni anni, il test ha dimostrato un'accuratezza elevata (cioè non dà falsi positivi o false diagnosi) fino al 92%. L'idea è che la persona che risulti positiva al test sia inquadrata tempestivamente in un percorso terapeutico ad hoc, e spronata a modificare gli stili di vita (dieta, sport, fumo, controllo di pressione, glicemia, funzione cardiaca e tiroidea) sì da ridurre il rischio di demenza e/o ritardare l'esordio dei sintomi e/o rallentarne la progressione. Inoltre, "non appena arriveranno i farmaci innovativi destinati alle forme "prodromiche" di Alzheimer, dovremo avere lo strumento per intercettare per tempo quali sono i soggetti che certamente si ammaleranno" cui prescrivere tali terapie, conclude Rossini.

fonte: Annals of Neurology

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