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Con la blockchain una sanità moderna e condivisa

Sanità pubblica Redazione DottNet | 13/11/2018 15:53

Iss in prima linea con le epatiti. Crescono trasparenza e sicurezza

 Non solo bitcoin. Sviluppata nel 2008 con l'obiettivo di rivoluzionare il mondo della finanza grazie all'adozione delle criptovalute, la tecnologia blockchain viene ora scoperta dal mondo della sanità. Questa tecnologia detta 'catena di blocchi' è un database organizzato in blocchi crittografati, un registro decentralizzato di cui ciascun componente detiene una copia, per avere dati sempre condivisi e aggiornati. In ambito sanitario, crescendo sempre più in sicurezza e trasparenza, potrebbe consentire di condividere i dati clinici, mettendoli a disposizione dei centri che ne fanno parte per poter essere analizzati e con il vantaggio eventuale per il paziente che chi lo cura abbia a disposizione dati aggiornati, in maniera trasparente e ancora più sicura.

   Tracciandone ogni modifica e condividendola, per evitare qualsiasi uso improprio. Non solo: per le aziende potrebbe diventare un modo per contrastare anche il fenomeno della contraffazione dei farmaci. La più indicata in sanità sarebbe secondo gli esperti sarebbe la versione privata di questa tecnologia, che consente il controllo di chi ne fa parte. In prima linea a sperimentarla sarà l'Istituto Superiore di Sanità (Iss), per i dati di una piattaforma sullo studio delle epatiti virali. Se n'è parlato in un convegno proprio all'Iss. "Mettere sotto BlockChain la piattaforma italiana per lo studio delle terapie delle epatiti virali (PITER) dell'Iss - spiega il presidente Walter Ricciardi - rappresenta un passaggio pionieristico, il primo esempio italiano di 'democratizzazione' di un database sanitario di cui i centri specialistici condivideranno e utilizzeranno i contenuti, secondo una metodologia che garantisce la massima trasparenza, e assicura ai cittadini privacy e incorruttibilità dei dati dall'esterno".

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  "Tutti gli epatologi e infettivologi disporranno della più grande casistica di ricerca clinica sul tema- aggiunge Stefano Vella, direttore del Centro per la Salute Globale dell'Iss- con i dati di circa 12mila pazienti e 105-108 centri clinici". "La blockchain può essere un strumento molto importante, dev'essere contestualizzato in un quadro normativo che si deve ovviamente adattare e deve essere aggiornato in modo da poterlo utilizzare al meglio" evidenzia Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. Mentre Massimiliano Barawitzka, esperto di innovazione nella salute, sottolinea che "non è una panacea che risolve da sola tutte le sfide della interoperabilità dei dati, ma è sicuramente un percorso da intraprendere da subito". Anche Ibm ha di recente creato un prototipo in cui la blockchain entra nella sanità, con l'obiettivo di seguire il farmaco e certificare la ricetta medica tenendo traccia di ogni elemento, dal paziente alla casa farmaceutica.

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