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Oncologia di precisione, raddoppia la sopravvivenza con cure mirate

Oncologia Redazione DottNet | 19/11/2018 09:11

Le alterazioni di una sequenza genica sono l'obiettivo di un trattamento individualizzato

E' l'approccio che, affermano gli esperti, sta rivoluzionando il trattamento del cancro migliorando le percentuali di sopravvivenza dei pazienti nella fase metastatica della malattia, fino a raddoppiarle. Si tratta dell'oncologia di precisione, che prevede che specifiche alterazioni di una sequenza genica diventino l'obiettivo di un trattamento individualizzato dando luogo a vere e proprie terapie 'a misura di paziente'. Notevoli anche i risparmi, grazie all'utilizzo delle terapie mirate solo nei malati che ne possono beneficiare, evitando inutili tossicità e i ricoveri in ospedale. A focalizzare l'attenzione su questa frontiera innovativa per il trattamento del cancro sono i lavori del Congresso nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), al quale partecipano circa 3mila oncologi.

I vantaggi dell'oncologia di precisione sono dimostrati anche da un recente studio dell'Università di Stanford pubblicato sulla rivista Oncotarget.  La sopravvivenza mediana dei pazienti trattati con l'oncologia di precisione, evidenzia lo studio, è stata di 51,7 settimane rispetto a 25,8 settimane dei pazienti che hanno seguito la chemioterapia standard. Netta anche la differenza nei costi. Ogni settimana di trattamento con l'oncologia di precisione ha comportato un esborso di 2.720 dollari, rispetto a 3.453 con le cure tradizionali. A fronte di questo approccio nuovo, "devono però essere istituiti quanto prima i Molecular Tumor Board, cioè team multidisciplinari che possano garantire l'integrazione tra le diverse figure professionali coinvolte (oncologo, biologo molecolare, genetista, anatomo-patologo e farmacologo) che, grazie alla loro esperienza, permettano una corretta interpretazione dei dati genetici e molecolari e la scelta della strategia terapeutica adeguata", spiega la presidente Aiom Stefania Gori.

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Oggi, il carcinoma del polmone non a piccole cellule (con mutazioni EGFR o con traslocazione di ALK o di ROS1), i tumori della mammella o dello stomaco con amplificazione di HER2, il melanoma cutaneo con mutazioni di BRAF, il carcinoma del colon-retto privo di mutazioni rappresentano alcuni esempi di sottogruppi molecolari di tumori per i quali sono già disponibili specifici trattamenti in grado di modificare in modo significativo il decorso della malattia in fase avanzata o metastatica. Anche l'immuno-oncologia, che si fonda sul potenziamento del sistema immunitario contro il tumore, rientra nel concetto di oncologia di precisione, grazie all'utilizzo di biomarcatori in grado di identificare i pazienti che possono rispondere più positivamente. Ed altro approccio promettente in questo ambito è la cosiddetta biopsia liquida: "La biopsia su tessuto presenta alcuni limiti perché è un'immagine istantanea, limitata nel tempo e nello spazio - sottolinea Antonio Russo, Ordinario di Oncologia Medica all'Università di Palermo -. In realtà, il tumore si evolve, acquisendo nuove mutazioni che lo rendono ancora più aggressivo. È quindi fondamentale sviluppare nuove tecniche minimamente invasive. In questo contesto, la biopsia liquida rappresenta una valida opzione. Il suo principale campo di applicazione oggi è nel carcinoma polmonare non a piccole cellule, ma in futuro le possibilità di utilizzo si estenderanno a altre neoplasie".

Nel 2018 in Italia sono stimati 373mila nuovi casi di tumore e l'oncologia di precisione, concludono gli esperti, è una concreta speranza per tutti questi pazienti.

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