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Un paziente oncologico su cinque portatore di catetere contrae infezioni

Oncologia Redazione DottNet | 19/11/2018 16:31

L'Aiom ha realizzato un documento di indirizzo per la gestione dei malati

Un paziente oncologico su cinque portatore di un catetere - ovvero avente un Accesso venoso centrale necessario per le terapie - contrae un'infezione legata appunto all'utilizzo del dispositivo. Tra le cause vi è la complessità di gestione di tali pazienti. Proprio per migliorare l'assistenza a questi malati arriva un documento di linee di indirizzo per la gestione del paziente oncologico portatore di Accesso venoso centrale, che si propone come documento di riferimento per gli infermieri che operano nell'ambito oncologico.

  Il documento, che mira ad una ottimale gestione di questa categoria di pazienti a fronte di una attuale mancanza di indicazioni operative in materia condivise, è stato messo a punto dal Gruppo di studio infermieristico dell'Associazione italiana di oncologia medica Aiom (Working Group Nursing Aiom) ed è stato presentato al XX Congresso nazionale dell'Associazione a Roma. Il documento sarà disponibile sul sito dell'Aiom a partire da dicembre. "Per la stesura di questo documento di consenso - spiega Nicola Galtarossa, coordinatore del Day Hospital oncologico dell'Istituto oncologico veneto di Padova e membro del Working Group Nursing Aiom - sono stati coinvolti 132 infermieri esperti che lavorano nei reparti di oncologia italiani, per un totale di 64 Oncologie da Nord a Sud, con 5 eventi di tutoraggio.   L'obiettivo era proprio un confronto tra gli infermieri impegnati sul campo per raccogliere ed evidenziare le migliori pratiche in materia. Quello che come Gruppo infermieristico Aiom ci proponiamo è, infatti, arrivare ad assicurare una continuità ed equità di trattamento nella gestione dei pazienti con Accesso venoso centrale lungo tutto il percorso di cura".

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Precise e complete le nuove linee di indirizzo elaborate dal gruppo di esperti che, spiegano gli estensori del documento, "vanno dalle indicazioni pratiche per la scelta della tipologia di catetere migliore per il singolo paziente alle modalità di gestione del dispositivo, dalla prevenzione degli incidenti dovuti alla malpractice come potrebbe essere il malposizionamento del dispositivo alle procedure di disinfezione e le pratiche antispesi a partire dall'igiene delle mani". Indicazioni pure in relazione alla prevenzione e gestione delle infezioni, oltre all'inserimento di algoritmi per la scelta del dispositivo. E proprio l'igiene delle mani, sottolinea Galtarossa, che "può apparire scontata, spesso non lo è e rappresenta invece un indicatore fondamentale di prevenzione. Il punto - ribadisce - è che noi infermieri dobbiamo avere uno strumento di riferimento, come un documento di consenso che sia condiviso a livello nazionale, per uniformare l'assistenza dei pazienti con Accesso venoso centrale al fine di garantire a tutti equità e qualità del trattamento, gestione ottimale dei dispositivi e diffusione delle buone pratiche. Tutto ciò con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei malati prevenendo il fenomeno delle infezioni catetere-correlate".

Fondamentale, sottolinea anche Rita Reggiani, infermiera referente del Centro di accoglienza dei servizi Ospedale Mauriziano di Torino e membro del Working Group Nursing Aiom, "è dunque disciplinare l'assistenza dei pazienti oncologici con catetere secondo modalità condivise e omogenee, e questo richiede competenze e formazione specifiche. Per questo, l'obiettivo è diffondere questo documento tra gli infermieri dei reparti oncologici negli ospedali ma anche a livello di assistenza territoriale".  Il Working Group Nursing Aiom ha dunque mappato le singole esperienze delle varie Oncologie italiane per arrivare ad un documento di riferimento nazionale per la migliore assistenza al paziente oncologico portatore di catetere: "Il documento - concludono gli estensori - non sostituisce naturalmente il parere del medico o i bisogni e desideri dei pazienti e nel prossimo futuro verrà ulteriormente aggiornato per arrivare a delle vere e proprie linee guida nazionali".

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