Studio inglese: nei bambini vengono poco impiegati quelli per le infezioni comuni
Gli antibiotici che dovrebbero essere la prima scelta per trattare le infezioni più comuni nell'infanzia, come l'amoxicillina, vengono usati poco, mentre quelli che dovrebbero essere impiegati solo per alcune specifiche indicazioni e i casi più gravi, vengono adoperati nel 20% dei casi, aumentando così il rischio di sviluppo di resistenze a questi farmaci. Lo rileva l'analisi pubblicata sulla rivista Lancet Infectious diseases dall'università di Londra. I ricercatori hanno studiato le vendite degli antibiotici orali per bambini in 70 paesi ad alto e medio reddito, verificando una grande varietà nei consumi ma poca correlazione tra il tipo di antibiotico e la malattia.
Nel 2017 l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha suddiviso questi farmaci in tre categorie - Access (Importanti), Watch (Molto importanti), e Reserve (di Importanza critica o di ultima risorsa) - raccomandando di usarli solo quando necessario e di usare l'antibiotico giusto per l'infezione giusta. Dall'indagine è emerso che anche se il consumo degli antibiotici 'importanti' (access) rappresenta il 76% di quelli appropriati per i bambini in tutti i paesi, l'amoxicillina viene usata in media solo nel 31% dei casi. A preoccupare è anche il fatto che in un quarto dei paesi vengono usati nel 20% dei casi antibiotici destinati solo a specifiche infezioni e batteri.
fonte: Lancet Infectious diseases
Protocollo di sperimentazione SIOOT con l’Università Cattolica di Roma per confermare l’efficacia dell’ozonoterapia nel trattamento delle infezioni sostenute da batteri resistenti
“La lotta al fenomeno delle carenze passa anche attraverso il riconoscimento delle necessità di rendere economicamente sostenibili molti farmaci essenziali. Siamo al lavoro su questo aspetto”
La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza
Allo studio nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni
La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza
Allo studio nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni
Prima tranche per la riforma che riguarda milioni di malati
Il trattamento con ofatumumab fino a sei anni continua a essere ben tollerato con risultati di sicurezza coerenti, a sostegno del profilo beneficio-rischio favorevole di ofatumumab nella SMR
Ricoverato in terapia intensiva. Azienda 'non c'è allarme'
"Da algoritmi di Facebook e Instagram rischi per la salute mentale"
"Grazie a capacità diagnostiche ma anche per un incremento di steatosi epatiche"
L'Organizzazione mondiale della sanità annuncia che un nuovo vaccino - chiamato Tak-003 - contro la dengue è in fase di prequalificazione
Commenti