Migliora la sorveglianza delle malattie invasive prevenibili con il vaccino
Meningiti e sepsi dovute a meningococco, pneumococco ed emofilo: in dieci anni sono stati 14.243 i casi di malattie invasive batteriche prevenibili da vaccino registrati in Italia attraverso le schede di dimissioni ospedaliere. E' quanto emerge dai risultati di uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e pubblicati sulla rivista Vaccine.
In particolare, dal 2006 al 2017, rispetto al totale dei casi di malattie invasive batteriche (Mib), 2.513 (17,6%) sono stati causati da meningococco, 10.441 (73,3%) da pneumococco e 1289 da emofilo. Nello stesso arco di tempo, il sistema di sorveglianza nazionale delle malattie invasive batteriche (Mib), coordinato dall'Iss, ha registrato 11.533 casi totali, un numero sempre meno distante da quello delle dimissioni ospedaliere e che indica un miglioramento della segnalazione. Le malattie batteriche invasive, per le quali vige obbligo di notifica, pur essendo poco frequenti possono portare spesso alla morte. Comprendono i quadri clinici di meningite e setticemia dovuti a tre principali batteri: Neisseria meningitidis (meningococco) di cui solo 5 sierogruppi (A, B, C, W 135 e Y) causano meningiti in genere dal decorso fulminante; lo streptococcus pneumoniae (pneumococco) che, come il meningococco, può trovarsi nelle prime vie respiratorie senza causare malattia ma che può diventare pericoloso se supera la barriera delle mucose.
Infine l'Haemophilus influenzae tipo b (emofilo) che era, fino agli anni '90 la causa più comune di meningite nei bimbi sotto i 5 anni, ma i cui casi si sono ridotti con l'introduzione del vaccino. Il numero maggiore dei casi registrati per tutte e tre le malattie si è osservato nelle Regioni del Nord Italia, mentre i valori sono particolarmente bassi in quelle meridionali. Ad esempio, secondo i dati di dimissioni ospedaliere, per le Mib da pneumococco, su 10.441 casi totali ben 7.156 sono relativi al Nord, 1.849 al Centro e 1.436 al Sud. Una discrepanza ancor maggiore se si osservano i dati della sorveglianza (9.010 casi totali, di cui 7.178 al Nord, 711 al Centro e 482 al Sud).
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