La scoperta grazie a uno studio sugli over45 del Regno Unito. I ricercatori: "Rilevata una probabilità 1,5 volte maggiore di infettarsi e 2,6 volte di morire a causa del virus"
L'acido folico, in quantità massicce, aumenta il rischio di contrarre l'infezione Covid e pure quello di morire a causa del virus. Un effetto importante per le future mamme, a cui questa vitamina di solito viene prescritta per tutelare la salute del bambino e che comunque, seguendo il giusto dosaggio prescritto dal loro medico, possono continuare a prendere. Ad evidenziare il nuovo risultato raggiunto sui meccanismi che l'acido folico scatena è uno studio statunitense della UC Davis Health e dell'Università dell'Alabama a Birmingham, ricerca pubblicata sulla rivista Bmj Open. La ricerca ha dimostrato che le persone con prescrizioni di acido folico, rispetto al gruppo di controllo, avevano una probabilità 1,5 volte maggiore di contrarre il Covid e 2,6 volte di morire a causa del virus. Inoltre si è scoperto che una prescrizione per il farmaco antifolato metotrexato può mitigare l'impatto negativo dell'acido folico relativo al Covid, quando quest'ultimo e il metotrexato sono stati somministrati insieme.
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Rossi: “È impossibile far rientrare in un codice una patologia specifica e spesso è multifattoriale. Questa è una assurdità che va condannata ed evitata con ogni mezzo”. Cimo-Fesmed: “Auspichiamo più interventi strutturali”
In questi giorni la pratica per renderlo rimborsabile e quindi utilizzabile negli ospedali è sotto la lente dell’Agenzia del Farmaco. L’iter è lungo, ma secondo gli esperti il via libera sarà a luglio
Terapia sperimentata su 6 casi difficili da team italo-tedesco
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Si tratta della prima terapia a base di CAR-T mirata all’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA) approvata dalla Commissione europea per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno una l
Il primo appuntamento partenopeo si inserisce nella fase pilota del Progetto per un programma di screening nazionale nella popolazione pediatrica delle due patologie, promosso dall'Istituto Superiore di Sanità su incarico del Ministero della Salute
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