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Oltre quattro milioni di italiani con malattia renale cronica, patologia che non è più sinonimo di dialisi

Nefrologia Redazione DottNet | 08/03/2023 13:53

Prevenzione, nuove cure farmacologiche e terapia dietetetico-nutrizionale possono aiutare i pazienti a gestire nel tempo la malattia

Grazie ai progressi della scienza, anche farmacologica, giocando d’anticipo con la prevenzione, e facendo leva sui benefici offerti dalla terapia dietetico-nutrizionale, il carico della malattia renale cronica, per pazienti e caregiver, può e deve oggi essere attenuato e gestito nel tempo. Lo vuole ricordare la comunità medico-scientifica in occasione della Giornata Mondiale del Rene del 9 marzo, accendendo i riflettori soprattutto sulla necessità di rafforzare le strategie di prevenzione per ridurre l'impatto della malattia e i costi sociali ed economici ad essa correlati. In Italia, la malattia renale cronica interessa circa il 10% della popolazione adulta, percentuale che sale al 50% in presenza di comorbidità quali diabete, ipertensione arteriosa, obesità e ipercolesterolemia1. La malattia si presenta senza sintomi evidenti, e per questo, non di rado, rimane a lungo non diagnostica, determinando ritardi nell’accesso ai percorsi di cura e importanti ripercussioni sullo stato di salute di chi ne è colpito.  

"Quest’anno il tema della Giornata Mondiale è ‘Prepararsi agli imprevisti sostenendo le persone vulnerabili’: le persone con malattia renale cronica sono persone fragili, maggiormente esposte a rischi rispetto ad altre malattie e con importanti bisogni di salute che vanno soddisfatti e tutelati" – commenta Massimo Morosetti (nella foto), Presidente FIR - Fondazione Italiana Rene. "Partendo da appropriati sistemi di diagnosi e terapia è possibile prevenire l’insorgenza della malattia renale cronica e soprattutto scongiurare complicazioni, a beneficio della salute dei milioni di persone che ne sono affetti. Accanto alle terapie farmacologiche oggi disponibili è essenziale abbinare una adeguata terapia dietetico-nutrizionale: è solo dal connubio di questi due elementi che può essere implementata una strategia in grado rallentare significativamente la progressione della malattia ed evitare la dialisi". 

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La Malattia renale cronica può avere un impatto notevole sulla qualità di vita e sull’autonomia dei pazienti, in particolar modo per coloro che sono costretti a ricorrere alla terapia dialitica. Per questo, è fondamentale giocare d’anticipo ed evitare che la malattia si manifesti o comunque per rallentarne la progressione, e l’adozione di comportamenti alimentari corretti rappresenta una strategia essenziale per vincere questa partita. 

"Le persone con malattia renale cronica sono spesso poco consapevoli dell'importanza della Terapia Dietetico-Nutrizionale (TDN). Questo gioca un ruolo importantissimo per garantire un adeguato bilancio energetico e consentire una migliore gestione della patologia renale" – dichiara Ersilia Troiano, Presidente ASAND – Associazione Scientifica Alimentazione, Nutrizione e Dietetica. "La TDN è una vera e propria terapia e, come tale, al pari di qualsiasi altra terapia, farmacologia e non, deve essere elaborata sugli effettivi bisogni del paziente. Oltre agli aspetti clinici legati alla malattia, il dietista dovrà tenere in considerazione anche i gusti, le abitudini e le aspettative del paziente che deve rimanere il centro dell’intervento dietetico". 

"Per ridurre l’incidenza dei casi di insufficienza renale è necessario intervenire sulla malattia renale fin dalle fasi più precoci della malattia" – aggiunge Gaetano Piccinocchi, Tesoriere SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. "Per fare questo è essenziale implementare dei percorsi di diagnosi e presa in carico strutturati e condivisi fra gli specialisti coinvolti (nefrologi, cardiologi, diabetologi ecc) e i medici di medicina generale, perché è sul territorio che deve nascere una strategia d’intervento attiva. È compito del medico di medicina generale effettuare screening per la ricerca della patologia nei soggetti a rischio ed è in sinergia con gli specialisti che deve essere attivato e monitorato il percorso di cura della persona con MRC a tutela dei migliori outcome di salute".  

"Aproten è impegnata da anni, al fianco di società scientifiche, professionisti della salute e Istituzioni, per far sì che, come ampiamente dimostrato dalle evidenze, la terapia dietetico-nutrizionale si affermi quale imprescindibile strumento di cura, al pari degli interventi farmacologici, a supporto delle persone con malattia renale cronica – dichiara Luigi Cimmino Caserta, Responsabile delle Relazioni istituzionali del Gruppo Kraft-Heinz, che detiene il marchio Aproten –. Abbiamo promosso studi di farmacoeconomia che hanno ampiamente dimostrato la costo-efficacia della terapia dietetico-nutrizionale, con un impatto diretto e misurabile nell’evitare o ritardare la necessità della terapia dialitica. Oggi, tenere al centro la persona con malattia renale cronica significa soprattutto lavorare insieme – specialisti, medici di Medicina generale, dietisti e Istituzioni – per far sì che tutti i pazienti, in tutte le regioni, abbiano accesso a una corretta diagnosi differenziale, e ove necessario a un trattamento integrato: che metta insieme le diverse figure professionali per offrire tempestivamente le più avanzate terapie farmacologiche, accanto a un’adeguata consapevolezza della malattia e alla migliore terapia dietetico-nutrizionale".

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