Canali Minisiti ECM

Presentato all'Iss il “Manuale di valutazione della comunicazione del percorso assistenziale della persona con ictus”

Sanità pubblica Redazione DottNet | 19/12/2023 14:21

La comunicazione con il paziente deve necessariamente comprendere quella con la famiglia in quanto, una volta superata la fase acuta

– L’ictus rappresenta uno dei più importanti problemi sanitari non solo nel nostro Paese, ma in tutti i Paesi industrializzati, sia per dimensioni epidemiologiche che per impatto sociale, economico ed emotivo, perché costituisce una tra le più frequenti cause di mortalità e disabilità. L’assistenza in aree di degenza dedicate, la precoce e completa presa in carico da parte di un team multidisciplinare di operatori esperti, il rapido accesso alla diagnostica per immagini e la precocità di un immediato intervento riabilitativo migliorano la sopravvivenza e, nello stesso tempo, diminuiscono il rischio di disabilità residua.  

"Le persone colpite da ictus e i loro familiari necessitano di una comunicazione corretta e attenta in tutte le fasi del percorso che comprende un trattamento appropriato sia nella fase acuta che in quella riabilitativa, nonché nella successiva fase di reinserimento sociale – afferma il Prof. Rocco Bellantone (nella foto), Commissario Straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità. La comunicazione con il paziente deve necessariamente comprendere quella con la famiglia in quanto, una volta superata la fase acuta, il peso principale dell’assistenza ricade su di essa e sulle altre figure professionali che accudiscono la persona con ictus, oltre che sulla comunità che deve offrire una rete di servizi di riabilitazione e reinserimento sociale. La comunicazione, quindi, deve inserirsi in un lavoro di gruppo all’interno del quale una pluralità di professionisti deve agire in modo qualificato, condividendo la consapevolezza che nel processo assistenziale il loro operato sia integrato con quello degli altri colleghi". 

pubblicità

Da qui è nata l’esigenza di analizzare gli aspetti e i problemi comunicativi, psicologici, etici e pratici nel rapporto tra operatori sanitari, persone colpite da ictus e loro caregiver, realizzando uno strumento di lavoro in grado di migliorare le capacità di interazione e relazionali degli operatori nell’assistenza di chi è colpito da questa patologia e dei suoi familiari e caregiver.

Il "Manuale di valutazione della comunicazione del percorso assistenziale della persona con ictus" (clicca qui per scaricare il documento completo) dell’Istituto Superiore di Sanità è stato realizzato grazie alla costituzione di un gruppo di lavoro multiprofessionale composto da esperti che operano nelle Unità Neurovascolari e nelle altre strutture pubbliche e private che si occupano di Ictus ed è destinato all’autovalutazione della comunicazione che le équipe sanitarie attuano nel percorso assistenziale della persona con ictus.  

"Per la nostra Associazione è stato un onore essere coinvolta attivamente in questo progetto, abbiamo contribuito con il coinvolgimento di diversi membri del nostro Comitato Tecnico-Scientifico e di alcuni Presidenti Regionali, oltre ad aver testato tutte le check-list con operatori sanitari di Abruzzo e Liguria. Instaurare una relazione efficace basata anche su una corretta comunicazione costituisce uno degli elementi fondamentali nel rapporto tra medico, e persona colpita da ictus e suoi familiari – dichiara Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale). La comunicazione ricevuta deve essere chiara, rispondente alla realtà e ben compresa e dovrebbe tener conto dei vari contesti sociali e culturali di appartenenza. La comunicazione, che deve essere considerata un momento fondamentale della cura, valorizza il ruolo centrale della persona che si assiste ed enfatizza l’importanza della sua consapevolezza e di quella dei suoi familiari". 

Il documento presentato è suddiviso in 28 check-list relative a tematiche fondamentali della comunicazione e all’ambiente organizzativo in cui si realizza la comunicazione e che riguarda tutte le fasi del processo, ad iniziare dall’arrivo nella struttura sanitaria fino alla reintegrazione nel tessuto sociale e, quando possibile, lavorativo. Ogni check-list è introdotta da uno scopo (i risultati della comunicazione) e presenta una serie di criteri specifici. Per ciascuno di questi, il professionista dovrà esprimere la propria valutazione (Sì/No). Nelle check-list si prendono in esame le aree comunicative che affrontano le persone con ictus nelle diverse fasi della malattia. L’autovalutazione dovrebbe auspicabilmente essere effettuata in un lavoro d’équipe da tutto il personale che compone un’unità operativa e comprendere sia i singoli criteri che una dimensione complessiva. Se applicato correttamente, questo Manuale può contribuire ad aumentare la tempestività dell’intervento e a migliorare la qualità dell’assistenza fornita e i relativi esiti. 

Destinato agli operatori delle Unità Neurovascolari (Stroke Unit o Centri Ictus), il Manuale valuta la loro conoscenza in merito ai corretti metodi e alle tecniche comunicative interpersonali con l’obiettivo non solo di perfezionare la comunicazione degli operatori sanitari ma anche di rendere le persone con ictus e le loro famiglie maggiormente consapevoli del percorso del processo assistenziale; delle loro capacità di gestire la situazione e di rivolgersi e utilizzare i servizi sanitari; di comprendere quanto accade nell’organismo per limitare i danni somatici e psichici della patologia e, infine, di accettare la malattia con una maggiore consapevolezza, per poter affrontare le paure e le aspettative che la nuova e improvvisa situazione di salute comporta. 

"L’ictus è una patologia acuta che richiede un’assistenza tempestiva e appropriata, ma è altrettanto importante considerare l’impatto emotivo che questa condizione può avere su chi ne è stato colpito e sull’intero nucleo familiare – conclude il Prof. Mauro Silvestrini, Presidente dell’Italian Stroke Association ISA-IIA. Questa modalità di comunicazione è fondamentale per il processo di guarigione e di recupero. Gli operatori sanitari devono essere in grado di rapportarsi in modo chiaro ed efficace con i propri assistiti, di ascoltarli attentamente e di rispondere alle loro domande e preoccupazioni. Alcuni possono anche manifestare difficoltà nell’esprimersi o nel comprendere il linguaggio parlato a causa dei deficit neurologici derivanti dall’ictus stesso. E’ dunque fondamentale che gli operatori sanitari sviluppino competenze specializzate nella comunicazione alternativa e aumentativa (conoscenze che migliorano la comunicazione con Persone con bisogni comunicativi complessi). Un altro aspetto cruciale è la comunicazione empatica e sensibile che consente agli operatori sanitari di comprendere e riconoscere le sfide e le emozioni che le persone con ictus e i loro familiari possono sperimentare durante il percorso di cura".

Commenti

I Correlati

Anche un sms per ricordare che possono accedere ad un controllo

I progetti vincitori, selezionati da una giuria tecnica e tramite voto popolare sono stati annunciati durante il 24o Convegno Nazionale Conacuore

Ma per i pazienti il cambiamento è fonte di timori e di paure

Agenas, +6% sul 2022. Il 68% Codici bianchi e verdi

Ti potrebbero interessare

Anche un sms per ricordare che possono accedere ad un controllo

I progetti vincitori, selezionati da una giuria tecnica e tramite voto popolare sono stati annunciati durante il 24o Convegno Nazionale Conacuore

Agenas, +6% sul 2022. Il 68% Codici bianchi e verdi

I professionisti sanitari che prendono in cura un assistito − sia nell'ambito del SSN, sia al di fuori − possono accedere ai dati e ai documenti presenti nel FSE solo se l'assistito ha preventivamente espresso il proprio consenso alla consultazione

Ultime News

Riscatto laurea, le regole per il 2024

Professione | Redazione DottNet | 23/04/2024 21:14

Con questa possibilità di può aumentare l’importo dell’assegno pensionistico e anticipare la pensione, in misura pari al numero di anni riscattati

Un libro bianco rivela le sfide delle pazienti e di chi le assiste

Immunoterapia più chemioterapia raddoppia il tasso a lungo termine