Canali Minisiti ECM

Dry Eye nel setting pre-cataratta: un nuovo iter diagnostico per fare la differenza

Oculistica Redazione DottNet | 02/04/2024 19:27

Presentati in anteprima i dati preliminari del Dry Eye Diagnosis Training Program sviluppato dal gruppo IOSA* (Italian Ocular Surface Associates) con il contributo non condizionante di Alcon

Un nuovo iter diagnostico messo a punto dal gruppo IOSA (Italian Ocular Surface Associates) promosso da DOT Tech srl con il contributo non condizionante di Alcon, nel riconoscimento precoce della sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Disease, DED) punta a migliorare il percorso dei pazienti sottoposti a intervento di cataratta. I dati della letteratura riportano che circa il 65%1 dei pazienti che si devono sottoporre all’intervento di cataratta presenta segni clinici latenti di secchezza oculare che emergono con una sintomatologia conclamata solo dopo la chirurgia. Sottovalutare la diagnosi porta a un discomfort post-operatorio accentuato. I pazienti a causa della sindrome dell’occhio secco riferiscono insoddisfazione rispetto all’intervento effettuato2.

Una corretta diagnosi e trattamento della sindrome dell’occhio secco sono fondamentali sia per ridurre il disagio dopo la chirurgia della cataratta, sia per ridurre un possibile errore nel calcolo della Lente Intraoculare (IOL). Partendo da queste premesse, il gruppo IOSA ha ideato il Dry Eye Diagnosis Training Program, un nuovo iter diagnostico, che ha visto il coinvolgimento di 12 centri di oftalmologia sul territorio nazionale**, i cui risultati preliminari sono stati presentati in anteprima recentemente.

pubblicità

L’iter diagnostico messo a punto ha previsto il ricorso a 8 test nella modalità 4+4: 4 test da somministrare attraverso l’utilizzo di uno strumento diagnostico automatizzato (abortive blinking, eye redness, meibography, tear meniscus) e 4 test tradizionali (BUT, eyelid margin alterations, corneal sensitivity, lissamine green staining). Agli 8 test iniziali, 6 dei 12 centri coinvolti hanno integrato l’iter con ulteriori due esami: il SANDE (Symptom Assessment in Dry Eye) e lo staining corneale.

"Il progetto ha permesso di raccogliere dati aggregati di oltre 1.000 pazienti sottoposti ad intervento di cataratta senile; il più ampio lavoro ad oggi in termini numerici sul tema della sindrome dell’occhio secco- Afferma il prof. Antonio Di Zazzo, Professore Associato di Malattie dell'Apparato Visivo, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma Il 56.6% del campione è rappresentato da donne, di cui il 93.3% in menopausa, e il 43.3% da uomini, mentre l’85.4% dei pazienti è over 60 anni."Il 75% dei pazienti prima di un intervento di cataratta non ha sintomi della sindrome dell’occhio secco, ma nella fase preoperatoria il 25% mostra un coinvolgimento corneale e oltre il 50% mostra alterazioni della qualità del film lacrimale, della dinamica palpebrale e dello stato delle ghiandole di meibomio (età e sesso dipendente) 3.

"Questo risultato pone delle riflessioni importanti, perché non rilevare in fase preoperatoria la presenza dell’occhio secco, significa maggiore discomfort nel follow up postoperatorio per il paziente e un potenziale aggravamento del processo infiammatorio che un intervento chirurgico comporta, a causa di un’infiammazione pregressa, non opportunamente trattata - Continua il prof. Di Zazzo – Diagnosticare la presenza della sindrome dell’occhio secco nel setting pre-cataratta come parte del processo di preparazione all’intervento, così come agli interventi di chirurgia refrattiva, segna una linea di demarcazione per un’operazione con esiti di maggiore successo sia dal punto di vista clinico, sia da un punto di vista di qualità di vita dei pazienti."

Un percorso diagnostico efficiente dovrebbe integrare informazioni sia dai test convenzionali che da quelli automatizzati, ma già solo con il BUT, il blinking, il lissamine green, il corneal staining fluorescein e il questionario SANDE, l’oculista è in grado di rilevare la presenza della sindrome dell’occhio secco.

"La prima raccomandazione importante che si può trarre da queste evidenze è che lo specialista sviluppi un automatismo nell’individuare questa patologia e possa di conseguenza agire in termini preventivi con una terapia adeguata. - Conclude il prof. Di Zazzo." 

Si deve infine sottolineare l'importanza dell'età avanzata e della menopausa come fattori che non solo predispongono all'intervento di cataratta, ma giocano anche un ruolo significativo nell'insorgenza della sindrome dell’occhio secco. Quest'ultima, benché possa manifestarsi in maniera asintomatica nei pazienti, presenta un'elevata probabilità di essere diagnosticata, sottolineando così l'urgenza di una maggiore consapevolezza e monitoraggio di queste condizioni interconnesse.

*Panel di esperti del gruppo IOSA:

    • Prof. Antonio Di Zazzo, Università Campus Bio-Medico di Roma.
    • Prof. Maurizio Rolando, Università degli Studi di Genova
    • Prof. Stefano Barabino, Università degli Studi di Milano
    • Prof. Pasquale Aragona, Università degli Studi di Messina
    • Prof.ssa Rita Mencucci, Università degli Studi di Firenze
    • Prof. Vincenzo Orfeo, Unità Operativa Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli, Università degli Studi di Trieste
    • Prof. Giuseppe Giannaccare, Università degli Studi di Cagliari

** Centri coinvolti nello studio:

    • IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
    • Humanitas Gradenigo, Torino
    • AOU Federico II, Napoli
    • Eyecare Clinic, Brescia
    • Ospedale San Carlo di Nancy, Roma
    • AOU San Marco, Catania
    • Policlinico di Milano, Milano
    • Centro Oculistico D’Azeglio, Bologna
    • Centro Oculistico Pascotto, Napoli
    • Ospedale San Biagio, Domodossola
    • Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, Salerno
    • Casa di Cura Madonna delle Grazie, Velletri

Riferimenti bibliografici

    • Trattler WB, et al. The Prospective Health Assessment of Cataract Patients' Ocular Surface (PHACO) study: the effect of dry eye. Clin Ophthalmol. 2017
    • Gibbson A. et al. Causes and correction of dissatisfaction after implantation of presbyopia-correcting intraocular lenses – PMC. Clin Ophthalmol. 2016
    • Dati preliminari, Dry Eye Diagnosis Training program

Commenti

I Correlati

Le cheratiti periferiche sono più rare rispetto ad altre forme di cheratiti e soprattutto sono causate da condizioni più difficili da valutare e da riconoscere

La medicina oculistica offre soluzioni sempre più raffinate: cristallini che, oltre a eliminare “l’appannamento” ridanno una vista normale, terapie efficaci per le patologie della terza età

Il 30–35% dei ragazzi di età inferiore ai 14 anni sia miope, in pratica uno su tre

Dall’analisi della retina l’AI può già individuare, come un esperto specialista, glaucoma, retinopatia diabetica, degenerazione maculare, retinopatia del prematuro

Ti potrebbero interessare

Le cheratiti periferiche sono più rare rispetto ad altre forme di cheratiti e soprattutto sono causate da condizioni più difficili da valutare e da riconoscere

La medicina oculistica offre soluzioni sempre più raffinate: cristallini che, oltre a eliminare “l’appannamento” ridanno una vista normale, terapie efficaci per le patologie della terza età

Il 30–35% dei ragazzi di età inferiore ai 14 anni sia miope, in pratica uno su tre

Dall’analisi della retina l’AI può già individuare, come un esperto specialista, glaucoma, retinopatia diabetica, degenerazione maculare, retinopatia del prematuro

Ultime News

Anche un sms per ricordare che possono accedere ad un controllo

I medicinali a base di enalapril iniettabile non sono disponibili in Italia da oltre vent’anni, in seguito alla revoca dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) su rinuncia da parte dell’azienda farmaceutica titolare, nel 2000

La lettura combinata delle norme suggerisce, pertanto, di fare esclusivo riferimento ai termini di prescrizione e decadenza che scadono entro il 31 dicembre dell’anno in cui è disposta la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari per e

Mandelli: "Un farmacista che rafforza il proprio ruolo qualificato di dispensatore del farmaco e sempre più presidio fondamentale per le attività di prevenzione e diagnosi precoce, a tutto vantaggio dei pazienti e della sostenibilità del Servizio San