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Stati Generali sul Diabete: presentate al Ministro della Salute le istanze di 25 Società Scientifiche e Associazioni pazienti

Diabetologia Redazione DottNet | 02/05/2024 12:41

Firmato e inviato alle principali Istituzioni del Paese un documento con cui si chiede di potenziare la rete diabetologica, di garantire l’equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, di investire in prevenzione e diagnosi precoce, di svi

Firmato e inviato alle principali Istituzioni del Paese un documento con cui si chiede di potenziare la rete diabetologica, di garantire l’equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, di investire in prevenzione e diagnosi precoce, di sviluppare la digitalizzazione

Non c’è più tempo, bisogna agire subito. È questo lo spirito con cui FeSDI (Federazione delle società diabetologiche italiane), Università di Roma Tor Vergata e Intergruppo parlamentare Obesità diabete e malattie croniche non trasmissibili, sostenuti da oltre 20 tra società scientifiche e Associazioni pazienti, scrivono a Governo (Ministro Schillaci in primis), Parlamento e Regioni esortandoli a un impegno politico, concreto e ambizioso, volto a contenere l’allarmante crescita del diabete nel nostro Paese.

Dopo aver promosso gli Stati Generali sul Diabete, lo scorso 14 marzo, alla presenza del Ministro della Salute, di rappresentanti dell’ISS e di AGENAS, FeSDI, Roma Tor Vergata e Intergruppo mettono nero su bianco le priorità emerse durante il summit. E insieme a tutti i delegati dell’evento, attori di primo piano dell’universo diabete (medici, infermieri, dietisti, pazienti, aziende, società civile), firmano un documento programmatico (clicca qui prer scaricare il testo completo)  inviato alle principali Istituzioni del Paese alle quali chiedono soprattutto: 

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Una rete endocrino-diabetologica più forte con adeguate risorse e personale per estendere il modello dei team multiprofessionali di medici, infermieri, dietisti, psicologi e podologi sul territorio nazionale (servirebbero 350-400 centri di questo tipo ognuno dei quali ad assistere circa 15.000 persone). Il tutto sfruttando a pieno il ruolo del diabetologo quale manager della cronicità e intensificando la sua collaborazione multidisciplinare sia con altri specialisti come internisti, cardiologi, nefrologi, neurologi e oculisti, sia con la medicina generale.  

Un accesso davvero equo e uniforme alle cure in tutto il Paese, al di là della Regione di residenza, della condizione sociale, economica e anagrafica. Ai cittadini vanno garantite le tecnologie più innovative per il monitoraggio del glucosio e la somministrazione di insulina, così come le terapie farmacologiche più avanzate, i cui costi vanno ponderati con il vantaggio di poter ridurre le complicanze del diabete nonché di migliorare la qualità di vita dei pazienti. 

Maggiori investimenti su prevenzione e diagnosi precoce di tutte le malattie non trasmissibili e in particolare del diabete. Sono necessarie nuove e più impattanti campagne di informazione ai cittadini per la promozione dei corretti stili di vita, nonché ampie iniziative per lo screening. Bisogna insistere sui fattori di rischio modificabili, costruendo ambienti favorevoli alla salute, rendendo l’attività fisica e la sana alimentazione facilmente accessibili. 

La concreta digitalizzazione del sistema sanitario, venendo incontro alle esigenze degli utenti. Teleconsulti, teleassistenza, educazione terapeutica via web, condivisione di dati clinici sono strumenti che possono contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza, aumentandone prossimità e capillarità, e favorendo il continuo dialogo medico-paziente. 

"Gli Stati Generali sul Diabete hanno segnato una tappa cruciale per la gestione della cronicità nel nostro Paese", commenta Riccardo Candido, Presidente FeSDI e AMD. "Un confronto intenso tra tutti gli stakeholder del sistema, suggellato dalla firma di un documento che ha indicato chiaramente la direzione da seguire. L’auspicio è che ora seguano atti concreti, il sostegno legislativo e finanziario per una rinnovata politica sul diabete". 

"Gli Stati Generali sul Diabete sono stati una occasione per discutere di dati epidemiologici, clinici e sociali, che sono fondamentali per comprendere l'impatto della malattia sulla salute pubblica e individuale", evidenzia Angelo Avogaro (nella foto), Presidente SID e past president FeSDI. "Questa comprensione più approfondita aiuta a identificare le aree in cui sono necessari interventi prioritari: prevenzione, diagnosi precoce, identificazione dei soggetti a rischio, gestione ottimale della malattia, e l'accesso alle cure. I lavori svolti hanno permesso di evidenziare le criticità da risolvere per contribuire ad invertire la tendenza epidemiologica. La condivisione delle migliori pratiche e delle esperienze tra diversi attori del settore può portare a soluzioni innovative e all'ottimizzazione delle risorse disponibili, migliorando complessivamente l'assistenza e la qualità della vita delle persone con diabete".

"Questo documento, che nasce da una giornata di confronto, vuole puntualizzare le criticità presenti oggi nella gestione clinica e sociale della sindrome diabete e offrire spunti di riflessione a chi ha in mano l'agenda politico-economica della sanità. È parte di uno sforzo che il nostro Ateneo porta avanti da molti anni sul tema diabete, che è centrale per la sanità pubblica sia come malattia sia come modello gestionale per le patologie croniche non trasmissibili", dichiara Massimo Federici prorettore alla Ricerca dell’università di Roma Tor Vergata e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico degli Stati Generali sul Diabete.

"L’impegno contro il diabete richiede un lavoro comune su più fronti", dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato, "Gli obiettivi individuati attraverso gli Stati Generali sul Diabete rappresentano il risultato di un impegno condiviso con tutti i soggetti interessati e la politica ha il compito di rispondere in modo deciso a questa emergenza.  L’alleanza fra mondo scientifico, istituzioni e pazienti è determinante nel contrasto a questa pandemia, e come Intergruppo parlamentare siamo fortemente impegnati in questo lavoro, anche attraverso l’impulso legislativo, con l’obiettivo di mettere questo tema al centro dell’agenda politica". 

"Come l’obesità, il diabete comporta gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto, e dei suoi famigliari, oltre che un impatto importante sull’economia del Paese, con costi diretti, sociali, economici e clinici e costi indiretti legati alla perdita di produttività", dichiara l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di ANCI. "Il lavoro svolto negli Stati Generali sul Diabete è un passo fondamentale per mettere il tema al centro dell’agenda istituzionale secondo un approccio olistico e multisettoriale, volto a garantire alle persone con diabete gli stessi diritti delle persone sane, portando avanti un’alleanza tra tutti i soggetti coinvolti e promuovendo a tutti i livelli di governo la cultura dei sani stili di vita e della prevenzione".

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