Canali Minisiti ECM

Tumore al rene avanzato: con la nuova terapia più 11 mesi di sopravvivenza

Oncologia Redazione DottNet | 13/02/2025 13:54

In Italia circa 13mila diagnosi carcinoma renale lo scorso anno

 Incremento mediano di sopravvivenza di 11 mesi, riduzione del 42% del rischio di progressione della malattia o morte, con raddoppio della sopravvivenza libera da progressione mediana, benefici mantenuti per più di 5 anni.   Questi i risultati finali dello studio di Fase III CheckMate 9Er di cabozantinib in associazione a nivolumab rispetto a sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato (aRcc) non precedentemente trattato, che saranno presentati durante l'American Society of Clinical Oncology Genitourinary Symposium (Asco Gu) in programma dal 13 al 15 febbraio a San Francisco, California.   Con un follow-up mediano di 67,6 mesi per la sopravvivenza globale (Os), sono stati registrati 46,5 mesi di sopravvivenza per la combinazione contro i 35,5 per sunitinib.

 La sopravvivenza libera da progressione mediana è di 16,4 mesi per la combinazione, contro 8,3. Profilo di sicurezza in linea con quelli già noti dei singoli farmaci, con eventi avversi correlati al trattamento verificatisi nel 98% dei pazienti trattati con la combinazione rispetto al 93% di sunitinib.   Oltre 400mila nuovi casi di tumore del rene a livello globale nel 2022, di cui il 90% Rcc. Il 30% riceve la diagnosi in fase avanzata, e tra questi pazienti il 60% non riceve un trattamento di seconda linea.
Il tasso di sopravvivenza in questi casi il tasso di sopravvivenza è intorno al 17%. "Nell'ultimo anno sono state stimate oltre 13mila nuove diagnosi di carcinoma renale in Italia, un numero ancora molto elevato", afferma Chiara marchesi, Chiara Marchesi, Medical & Regulatory Affairs Director Ipsen Italia. "La combinazione di cabozantinib e nivolumab sta dimostrando significativi benefici a lungo termine per più di cinque anni, confermandosi così un trattamento standard che permette ai pazienti una maggiore sopravvivenza".   "Il 60% dei pazienti con aRcc non arriva alla terapia di seconda linea: questo dato sottolinea l'importanza di assicurare le cure più efficaci il prima possibile", dichiara Camillo Porta, oncologo medico, Università di Bari 'A. Moro'. "Poter contare su un'unica chance di trattamento per così tanti pazienti rende i risultati finali di CheckMate 9Er davvero rilevanti per la pratica clinica quotidiana. I dati convalidano ulteriormente la possibilità di ottenere una sopravvivenza a lungo termine con cabozantinib e nivolumab a questo stato avanzato della malattia".

Commenti

I Correlati

Va evitato l'uso eccessivo in quanto le radiazioni provenienti dalla diagnostica per immagini potrebbero essere responsabili del 5% di tutti i casi di cancro all'anno, come tumori ai polmoni, al seno ed altri tipi di tumori

Cinieri: "Sono problemi che interessano quasi tutte le patologie oncologiche"

A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica, le CAR-T sono una realtà nella pratica clinica: crescono i successi nel trattamento di alcune patologie onco-ematologiche

Il trattamento in prima linea con daratumumab in somministrazione sottocutanea e in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone ha mostrato nei pazienti eleggibili a trapianto una sopravvivenza di circa 17 anni

Ti potrebbero interessare

Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia

Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti

Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica

I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib

Ultime News

Più letti