''Proprio in questi giorni'' la Guardia di Finanza sta avviando ''una indagine conoscitiva sugli effetti della liberalizzazione del prezzo dei farmaci da banco o di automedicazione e di quelli non soggetti a prescrizione medica''.
Lo ha indicato il generale Giuseppe Vicanolo, capo del terzo reparto operazioni presso il comando generale della guardia di Finanza, in una audizione presso la Commissione straordinaria controllo prezzi in Senato. Si tratta di una indagine avviata ''su richiesta del nuovo garante dei prezzi - ha spiegato Vicanolo - e da condurre presso farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione delle principali città nelle varie Regioni''. Sui prezzi dei farmaci da banco, che secondo un'indagine di Altroconsumo sono aumentati dell'8% negli ultimi due anni, nelle scorse settimane si era innescata una polemica fra produttori, farmacie a associazioni dei consumatori. I farmacisti hanno spiegato più volte che gli aumenti non sono dipesi da loro ma le associazioni come il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) sono state di diverso avviso. La liberalizzazione, voluta dal decreto Bersani, ha fatto sì, ha invece sostenuto Mdc, che il prezzo dei farmaci da banco sia fissato in totale autonomia da ciascun titolare di farmacia o d'esercizio autorizzato alla vendita e pertanto ''farmacie, parafarmacie e punti vendita all'interno della grande distribuzione sono formalmente liberi di applicare il prezzo che desiderano, e non esisterà più un massimo di riferimento per il pubblico''. Da parte sua il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, ha richiesto proprio alla Guardia di Finanza di effettuare ulteriori indagini.
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