Prescrivere le statine, i farmaci che abbassano il livello di colesterolo, in pazienti che non hanno mai avuto un evento cardiaco, come infarto o ictus potrebbe non servire a nulla, nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. E' quanto emerso da una metanalisi di studi scientifici sull'uso di statine, pubblicata dalla Cochrane Library, un database che raccoglie le revisioni basate sulla letteratura scientifica relativa ad un determinato argomento. La review fa intuire che molte persone assumono statine inutilmente e il Telegraph ha calcolato che nel solo Regno Unito questa quota sfiora i 7 milioni di persone.
Il rapporto invita i medici di medicina generale alla cautela nella prescrizione delle statine come prevenzione primaria, cioè a pazienti che non hanno mai avuto alcun evento cardiaco poiché mancano prove evidenti che suggeriscano come queste possano realmente ridurre la mortalità derivante da malattie cardiache. Inoltre, studi precedenti hanno mostrato che questi farmaci potrebbero aumentare il rischio di problemi al fegato, insufficienza renale acuta e danno muscolare.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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