Tumore, adesso colpisce i meno abbienti
''La diffusa introduzione di fattori di rischio nei Paesi in via di sviluppo, insieme al progressivo aumento e all'invecchiamento della popolazione mondiale, stanno portando ad un rapido aumento dei casi di tumore nel mondo'', ha detto l'esperto . Secondo le stime più recenti, nel 2008 si registrano nel mondo 12,4 milioni di nuovi casi diagnosticati e 7,6 milioni di morti per tumore. Inoltre oltre 28 milioni di persone vivono con la malattia a cinque anni dalla diagnosi. Cifre che secondo i dati presentati da Boyle sono destinate ad aumentare decisamente nei prossimi anni. ''Considerando crescita e invecchiamento della popolazione mondiale e calcolando che ogni anno si registra un aumento dell'1% di nuovi casi e delle morti - ha osservato l'epidemiologo - nel 2030 potremmo attenderci 26,4 milioni di nuovi casi, 17 milioni di morti e 80 milioni di persone che vivono con la malattia a cinque anni dalla diagnosi''. In massima parte questo aumento riguarderà i Paesi in via di sviluppo, nei quali lo stile di vita occidentale sempre più diffuso è il primo accusato. Fra i 'colpevoli', Boyle ha indicato innanzitutto la forte diffusione del fumo di sigaretta, e poi la vita sempre più sedentaria, sovrappeso e obesità. Le prime forme di tumore a registrare un aumento nei Paesi più poveri sono quelle di seno e colon-retto. A preoccupare, ha proseguito Boyle, sono anche ''i fondi limitati che i Paesi a basso e medio reddito hanno a disposizione per la salute''. Di conseguenza le strutture per la diagnosi e la cura dei tumori non sono accessibili a tutta la popolazione, così come non sono disponibili le terapie in grado di aumentare la sopravvivenza. Per Boyle non c'è dubbio che ''il cancro e le altre malattie stiano diventando sempre più comuni, rischiando di provocare danni devastanti'' e che ''controllare la diffusione di questa malattia sarà una priorità mondiale''.