Telemedicina e hi-tech nelle ricette per riorganizzare il sistema pubblico di cure presentate dal Ministro della salute, Ferruccio Fazio, nel corso del 30° Congresso nazionale dello Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani). Fazio ha riassunto i lavori in corso nel cantiere della sanità, a partire da quel riordino delle cure primarie cui è stato recentemente dedicato un nuovo tavolo di confronto tra dicastero e sigle sindacali. “Pensiamo a una medicina di famiglia che si faccia carico della cronicità - ha detto il Ministro - magari attraverso drg ospedale-territorio (metodo per la classificazione dei pazienti dimessi, ndr) di durata anche annuale. In questo disegno, le parole d'ordine sono integrazione (tra le figure così come tra le strutture del Servizio sanitario nazionale) e telemedicina”. “La telemedicina - ha specificato Fazio - potrebbe assicurare la regia dei percorsi assistenziali. La strada che porta a un Ssn più moderno ha tra le sue tappe anche la ricetta digitale e il fascicolo sanitario elettronico. L'e-Health - ha sottolineato il Ministro - è un passaggio ineludibile”.
RICETTE ONLINE E FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO
Ma vediamo a che punto è lo sviluppo delle due voci che sono il cavallo di battaglia di Fazio e di Brunetta: Ricette mediche online e il fascicolo sanitario elettronico.
- ricette online: occorre precisare che l’infrastruttura (rete dei medici, piattaforma centrale/regionale) coincide con quella utilizzata per la trasmissione dei certificati di malattia (PIN compresi). Il set di regole che definisce standard, modalità di trasmissione e quadro sanzionatorio per la trasmissione telematica delle ricette è già definito (Art. 50 e Accordi collettivi medici). Il DL 78/2010 prevede la completa sostituzione della trasmissione cartacea con quella digitale, ma occorre ancora potenziare l’attuale sistema software di comunicazione con le farmacie (oggi le farmacie possono solo trasmettere i dati al sistema, ma non hanno la possibilità di consultare gli archivi delle ricette) e definire le regole di passaggio al digitale in attuazione del DL 78/2010. Per quanto riguarda
- fascicolo elettronico: il Garante privacy ha emanato le "Linee guida in tema di FSE” il 16 luglio 2009 mentre il Ministero della salute, con le Regioni, il Garante Privacy e il DDI ha elaborato una prima proposta normativa e linee guida nazionali per l’istituzione del FSE che sono state trasmesse il 13 settembre 2010 alla Conferenza Stato-Regioni per l’acquisizione dell’intesa. Relativamente all’interoperabilità, a seguito protocollo di intesa tra il Ministro per la PA e l’innovazione e il CNR, sono state definite le specifiche tecniche dell’infrastruttura nazionale per l’interoperabilità delle soluzioni regionali di FSE (recepite dalle linee guida del Ministero della salute); inoltre, il Tavolo sanità elettronica – coordinato dal Dipartimento per la Digitalizzazione per la PA e l’innovazione tecnologica con il Ministero salute e tutte le Regioni - sta procedendo con la standardizzazione delle componenti del FSE (patient summary, referto digitale, lettera di dimissione ospedaliera, etc.). Intanto tutte le Regioni e Province autonome stanno investendo, anche se con tempi e intensità diversi, nello sviluppo di soluzioni di FSE per i propri cittadini: 12 Regioni (Lombardia, Veneto, Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Marche, Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna) hanno realizzato una propria infrastruttura di FSE; 7 Regioni (Umbria, Toscana, Piemonte, Liguria, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento) stanno realizzando una propria infrastruttura di FSE; 10 Regioni (Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna, Molise, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, Provincia di Trento) stanno collaborando per realizzare l’interoperabilità dei propri FSE, in linea con lo standard europeo, con il coordinamento del Dipartimento per la Digitalizzazione per la PA e l’innovazione tecnologica e del Ministero della Salute. I medici sono già dotati in larga parte della strumentazione necessaria (PC e connessione alla rete) e di credenziali di accesso (già in uso per il sistema certificati di malattia). Tuttavia per andare a regime occorre l’approvazione del DDL “Sperimentazione clinica e altre disposizioni in materia sanitaria” presentato dal Ministro della Salute e dei decreti attuativi, il consolidamento degli interventi per garantire interoperabilità dei FSE realizzati dalle Regioni, nel contesto del sistema pubblico di connettività (SPC) e in linea con lo scenario internazionale e la definizione di un piano operativo per garantire l’adozione del FSE da parte degli operatori sanitari e la messa a disposizione dei relativi servizi ai cittadini.
I PRONTO SOCCORSO
Tra i temi di punta della giornata anche il sovraffollamento dei Pronto soccorso. “Non è vero che i pazienti si rivolgono all'ospedale perché non trovano il medico di famiglia - ha ricordato Angelo Testa, presidente dello Snami - lo fanno per aggirare le liste d'attesa su prestazioni o esami oppure per evitare ticket che al Pronto soccorso vengono applicati solo nominalmente. Dal canto suo, il ministro Fazio ha ricordato il lavoro avviato meno di un mese fa con un altro tavolo, quello sulla riforma dell'emergenza-urgenza. Il nostro obiettivo - ha detto - è quello di definire un sistema imperniato su un 118 che intercetti tutti gli accessi e provveda al triage, indirizzando i codici bianchi e verdi sul territorio, in strutture separate h24 o gestite dai medici di famiglia, e quelli gialli e rossi ai pronto soccorso ospedalieri”.
PROGETTO CREG IN LOMBARDIA: DALL’OSPEDALE AL TERRITORIO
Il progetto di Fazio trova una prima applicazione in Lombardia, dove è stato presentato il progetto Creg che consente di passare dal concetto di 'cura' a quello di 'prendersi cura', spostando sempre più l'assistenza dei malati cronici dall'ospedale al territorio e riducendo i ricoveri impropri. E' la filosofia del programma messo a punto dalla Regione Lombardia, fra le novità contenute nelle 'Regole di sistema' dettate dal Pirellone per il 2011. Un modello di continuità assistenziale in rete prossimo alla partenza, che sarà sperimentato per un anno in 5 Asl lombarde e prevede la definizione di una sorta di 'Drg della cronicità per remunerare il servizio che offre un percorso di diagnosi e cura su misura. Le Asl individuate dalla direzione regionale Sanità per la fase pilota del progetto sono quelle di "Milano, Melegnano (Asl Milano 2), Bergamo, Lecco e Como - ricorda Carlo Lucchina, direttore generale Sanità della Lombardia - Potenzialmente i pazienti coinvolti saranno circa 400 mila", e inizialmente le malattie croniche 'target' saranno "broncopneumopatie cronico ostruttive (Bpco), scompenso cardiaco, diabete di tipo 1 e 2, ipertensione, cardiopatia ischemica, osteoporosi e patologie neuromuscolari. La partenza effettiva della sperimentazione è prevista tra luglio e settembre", prevede il Dg. "Il test durerà almeno un anno, e dopo l'analisi dei risultati (fine 2012) si valuterà se estendere il modello in tutta la regione". Da parte dei medici di famiglia, riferisce Lucchina, "c'è attenzione" a un progetto rivoluzionario che, in quanto tale, "ha bisogno di essere approfondito, valutato e digerito". Ma "i medici sono pronti a partire - assicura il Dg - Li ho trovati molto interessati, attenti e anche propositivi, e questo per me è motivo di grande soddisfazione".Il Creg, dunque, debutterà entro il prossimo autunno. Operativamente la gestione è affidata a un provider (medici, gruppi di medici, cooperative, società, aziende ospedaliere), responsabile di seguire i vari pazienti nel loro percorso diagnostico-terapeutico, con l'obiettivo di monitorare la malattia evitando l'insorgenza di complicanze. Un modello che affida al medico di famiglia un ruolo di protagonista: "Nel progetto Creg - afferma Fiorenzo Corti, segretario regionale di Fimmg Lombardia - il medico di medicina generale assume le funzioni di coordinatore medico nei confronti della propria popolazione di assistiti e la funzione di 'case manager' nei confronti del singolo paziente aderente al Creg, proponendo al paziente reclutato un patto del quale si fa garante". "I compiti del medico di famiglia - aggiunte Corti - vengono definiti in un accordo aziendale e la retribuzione dei medici, proveniente dalle tariffe Creg, viene effettuata dall'Asl attraverso le procedure di retribuzione previste dalla Convenzione della medicina generale". In sintesi, ad ogni gruppo di patologie croniche sarà assegnata una tariffa ad hoc (una specie di 'Drg della cronicità, appunto), come remunerazione per attività ambulatoriali, consumi di farmaci, ossigeno, protesi, per ospedalizzazione domiciliare o eventuali ricoveri in strutture subacute. Ma per vedersi riconosciuta l'intera tariffa, aveva annunciato nei mesi scorsi Lucchina, il medico deve rispettare tutti gli step previsti dal percorso predefinito. Altrimenti, in caso di ricovero inappropriato in ospedale, la tariffa sarà tagliata del 15-20%. Una 'stretta' che il Dg conferma, convinto comunque che "i medici faranno in modo di non farsi decurtare il rimborso". "La nostra realtà regionale - riflette Corti - è nota per percorsi innovativi, penso alle reti informatiche e alle sperimentazioni che attraverso l'utilizzo dell'associazionismo medico e alle banche dati hanno permesso nel passato recente di proporre modelli sperimentali". In questo senso, secondo il segretario della Fimmg lombarda anche "il progetto Creg è un'opportunità da cogliere per proporsi come principali gestori delle patologie croniche e offrire ai nostri pazienti un'assistenza primaria di qualità secondo i parametri dei servizi sanitari più avanzati". Clicchi qui per essere informato.
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