Per gli esperti servirebbe prima la carta di rischio
È ancora presto per usare l'aspirina nella prevenzione primaria di malattie cardiovascolari e tumori, cioè su persone ancora non malate e non su chi ha già avuto eventi, e in attesa dei risultati degli studi servirebbe una 'carta del rischio' per capire quali sono i soggetti che potrebbero beneficiarne di più. Lo afferma un 'position paper della Siprec, la società italiana di Prevenzione Cardiovascolare.
"La creazione di una carta o di un punteggio per il calcolo del rapporto rischio/beneficio cardiovascolare ed oncologico integrato - afferma il professor Massimo Volpe, presidente eletto della Siprec - sarebbe quindi fortemente auspicabile e potrebbe costituire uno strumento di fondamentale importanza a disposizione del clinico, in attesa che gli studi prospettici (sono 5 quelli attualmente in corso che stanno vagliano il ruolo dell'aspirina in prevenzione primaria , tra i quali ACCEPT-D, ASCEND, ARRIVE, ASPREE) siano in grado di chiarire il duplice ruolo combinato dell'aspirina nella prevenzione di patologie cardio-vascolari e neoplastiche". Negli ultimi 30 anni, sottolinea la Siprec, in Italia la mortalità per cardiopatia ischemica si è ridotta del 63% e quella per ictus del 70% grazie ad uno stile di vita più salutare e delle terapie utilizzate in fase acuta, in prevenzione secondaria e primaria, e l'aspirina è tra i protagonisti di questo successo. A far sospendere il giudizio sulla possibilità di utilizzarla come prevenzione primaria sono i possibili effetti collaterali, a partire dalle emorragie.
fonte: ansa
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