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Imu-Tasi: acconto entro il 16 giugno

Professione Redazione DottNet | 10/06/2017 18:47

Uil, sarà di 20,2 mld il conto totale. Interessati oltre 25 milioni di proprietari

Entro il 16 giugno, data di scadenza per l'acconto Imu-Tasi, i 25 milioni di contribuenti italiani proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale dovrebbero versare circa 10,1 miliardi di euro mentre la cifra complessiva dell'imposta dovrebbe raggiungere i 20,2 miliardi a fine anno. Il calcolo arriva dalla Uil che ricorda che il versamento riguarderà 25 milioni di proprietari di immobili (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati).

Il costo medio complessivo dell'Imu-tasi su una "seconda casa" in un capoluogo di provincia, spiega il segretario confederale Uil Guglielmo Loy - sarà di 1.070 euro medi nell'anno (535 euro da versare per l'acconto) con punte di oltre 2.000 euro nelle grandi città (oltre 1.000 euro di acconto). Se si prendono, invece, in considerazione i costi dell'Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro l'acconto di giugno), con punte di oltre 6.000 euro annui.

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Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), dovrà versare l'Imu-Tasi con l'aliquota delle seconde case con un costo medio annuo di 56 euro. La media dell'aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi ammonta al 10,4 per mille e in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata "l'addizionale Tasi" (fino ad un massimo dello 0,8 per mille) introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali.

Secondo il rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi, seguita da Milano con 2.040 euro medi. La Uil si dice contraria alla reintroduzione dell'Imu sulla prima casa per i redditi alti perchè ci troviamo di fronte a una grande infedeltà fiscale e a valori catastali vecchi. Sarebbe più utile, sottolinea Loy, una revisione dei criteri che regolano i valori catastali. Questo - avverte - non significa maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili.

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