Canali Minisiti ECM

Il cuore sa auto-ripararsi dopo un infarto: studi sui topi

Cardiologia Redazione DottNet | 05/10/2017 08:22

Lo fa bloccando un gene che frena le staminali

Il cuore ha un'insospettabile capacità di guarire anche dopo essere rimasto danneggiato da un infarto. Lo hanno verificato, nei topi, i ricercatori del Texas Hearth Institute, guidati da James Martin, bloccando un gene chiamato Hippo, che impedisce alle cellule staminali di entrare in azione per riparare il tessuto lesionato. Il risultato, ovvero l'auto-riparazione del cuore, è descritto sulla rivista Nature, è stata .

Quando si ha un attacco cardiaco, il sangue smette di fluire nel cuore, e privato dell'ossigeno, una parte del muscolo cardiaco muore. Anziché rigenerarsi, il muscolo sostituisce i tessuti morti con cicatrici fatte di cellule, chiamate fibroblasti, che però non aiutano il cuore a pompare, che così si indebolisce progressivamente. "Nel nostro studio abbiamo analizzato l'azione di Hippo, noto per impedire, nel cuore degli adulti, la moltiplicazione e rigenerazione delle cellule", sottolinea Martin. Quando c'è un infarto, la sua attività aumenta. Per questo i ricercatori hanno voluto vedere se era possibile 'silenziarlo', in modo da stimolare il cuore a migliorare le sue funzioni.

pubblicità

Nei topi sono state così riprodotte le condizioni umane di un'insufficienza cardiaca avanzata, dopo di che è stato bloccato Hippo. Nel giro di 6 settimane si è visto che il cuore danneggiato aveva recuperato la sua funzione di pompaggio allo stesso livello di un cuore sano. Spegnendo questo gene quindi, osservano i ricercatori, da un lato si stimolano le cellule del muscolo cardiaco a moltiplicarsi e sopravvivere in un cuore danneggiato, e dall'altro lato si induce una modifica della fibrosi (cioè della cicatrizzazione). Serviranno però altri studi per chiarire questo tipo di cambiamenti osservati.

Fonte: ansa

Commenti

I Correlati

Una over-50 su 2 soffre di insufficienza venosa. I consigli dei flebologi

E' la nuova campagna promossa dal Gruppo Servier in Italia in collaborazione con la Siprec), che mira a promuovere i benefici clinici, sociali ed economici che derivano dal seguire le terapie nelle malattie croniche cardiometaboliche

Silvestrini: "Se in passato si trattava di una patologia che colpiva principalmente i più anziani, oggi, complici gli stili di vita scorretti, l'età media si è abbassata"

Lo evidenzia lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75/mo congresso dell'American College of Cardiology ad Atlanta (Usa)

Ti potrebbero interessare

Una over-50 su 2 soffre di insufficienza venosa. I consigli dei flebologi

E' la nuova campagna promossa dal Gruppo Servier in Italia in collaborazione con la Siprec), che mira a promuovere i benefici clinici, sociali ed economici che derivano dal seguire le terapie nelle malattie croniche cardiometaboliche

Silvestrini: "Se in passato si trattava di una patologia che colpiva principalmente i più anziani, oggi, complici gli stili di vita scorretti, l'età media si è abbassata"

Lo evidenzia lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75/mo congresso dell'American College of Cardiology ad Atlanta (Usa)

Ultime News

Studio Usa, manca il supporto alla genitorialità

I sussidi servono per sostenere le spese per il primo anno di vita dei nuovi nati (ad esempio per baby-sitting e asilo nido), o per i primi 12 mesi di ingresso nel nucleo familiare nel caso di affidamenti e adozioni

Anelli (Fnomceo) : "Nettamente contrari all'eliminazione del numero chiuso". Di Silverio (Anaao): "E' una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di una visione futura. Chiederemo un incontro al Ministro Bernini"

Nel 2022 nel mondo 249 milioni di nuovi casi e 608 mila decessi