Emerge da uno studio dell'Aarhus University Hospital, in Danimarca, pubblicato sulla rivista Circulation
Le persone nate con difetti cardiaci che sopravvivono in età adulta possono essere ad alto rischio di sviluppare demenza, in particolare quella ad insorgenza cosiddetta precoce, prima dei 65 anni di età. E' quanto emerge da uno studio dell'Aarhus University Hospital, in Danimarca, pubblicato sulla rivista Circulation. Utilizzando database e documenti medici nazionali che coprivano tutti gli ospedali danesi, i ricercatori hanno esaminato l'insorgenza di demenza in 10.632 adulti (46 per cento maschi) nati con difetti cardiaci tra il 1890 e il 1982 (la maggior parte dei quali tra il 1960 e il 1982), abbinati ciascuno a 10 persone nella popolazione generale nate nello stesso anno.
I ricercatori hanno scoperto che il rischio di demenza (quella vascolare, il morbo di Alzheimer e altre), in persone nate con difetti cardiaci nel Paese scandinavo era del 60% in più rispetto alla popolazione generale; 160 per cento (2,6 volte) più alto per quella ad esordio precoce e 30 per cento in più per quella diagnosticata dopo i 65 anni. "Il nostro studio - spiega l'autrice principale della ricerca, Carina N. Bagge - ha coinvolto una popolazione anziana nata quando i trattamenti per i difetti cardiaci erano più limitati: il trattamento moderno è notevolmente migliorato e, di conseguenza, non è possibile generalizzare questi risultati ai bambini nati oggi. Abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per comprendere i rischi nell'era moderna".
fonte: Circulation
Lo rivela uno studio condotto dai neurologi del dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche dell'Università dell'Aquila, pubblicato online sul Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry
Università dell'Arizona: l’uso di integratori sembra associato a un rischio inferiore di decesso per cancro, e a un tasso di mortalità superiore per malattie cardiovascolari
Il primo SGLT2i in Italia rimborsato, oltre che per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico, anche per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e della malattia renale cronica
In molti casi si può farlo in sicurezza, con qualche accortezza, come evidenzia l'American Heart Association (Aha)
Lo rivela uno studio condotto dai neurologi del dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche dell'Università dell'Aquila, pubblicato online sul Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry
Il primo SGLT2i in Italia rimborsato, oltre che per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico, anche per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e della malattia renale cronica
In molti casi si può farlo in sicurezza, con qualche accortezza, come evidenzia l'American Heart Association (Aha)
Lo rivela uno studio ideato e coordinato dall'Università della Campania 'Vanvitelli', in collaborazione con vari enti
L'analisi della Fondazione Gimbe fa il quadro della medicina generale tracciando l'identikit del professionista
Unimpresa, dal nuovo taglio dell'Irpef annunciata dal Governo ne beneficeranno solo il 5% dei contribuenti: i calcoli
Calandra (FNO TSRM e PSTRP): Dietisti fondamentali per affrontare le sfide future legate alla salute e alla nutrizione
Annullate le decisioni che bloccarono la commercializzazione del farmaco Hopveus
Commenti