Canali Minisiti ECM

Assolta la pillola contraccettiva, non aumenta il rischio di tumore

Oncologia Redazione DottNet | 28/03/2018 18:38

Seguite in uno studio 2.500 donne, comprese le pazienti con la mutazione Angelina Jolie

L'uso della pillola contraccettiva non aumenta il rischio di tumore al seno. Un gruppo di ricercatori italiani dell'università di Modena e Reggio Emilia ha studiato 2.500 donne anche con familiarità per questo tipo di cancro, comprese persone portatrici della mutazione Brca, la cosiddetta mutazione di Angelina Jolie. L'analisi ha mostrato che non c'è aumento del rischio nonostante l'utilizzo di contraccettivi ormonali combinati (Chc), cioè quelli che contengono sia un estrogeno sia un progestinico, in caso di gruppi ad alto rischio e a rischio intermedio.    Ginecologi ed oncologi del Centro per lo studio dei tumori eredo-familiari del Policlinico di Modena, che gestisce la prevenzione primaria e secondaria nelle donne ad alto rischio, hanno eseguito una revisione delle cartelle cliniche di 2.527 donne che avevano partecipato allo screening di valutazione oncologica (4,5% portatrici di mutazione Brca, 72,2% ad alto rischio e 23,3% a rischio intermedio di sviluppo di tumore al seno).

Il 10,1% di queste pazienti aveva già presentato un tumore al seno prima dei 50 anni.  In tutta questa popolazione si è osservato che il menarca tardivo, dopo i 12 anni, risultava un fattore protettivo, mentre la tarda età della prima gravidanza (oltre i 30 anni) erano un fattore di rischio indipendente per tumore al seno.   Dall'incrocio dei dati, valutando anche gli anni con esposizione diretta ai Chc, l'uso della pillola non è stato associato ad un aumento del rischio di tumore al seno, anche in presenza di predisposizione genetica o familiare, e indipendentemente dalla durata d'uso e dalle dosi di estrogeni utilizzati. Anzi, alcuni contraccettivi comunemente usati erano associati a una tendenza, a volte significativa, verso un rischio diminuito di tumore al seno. 

pubblicità

fonte: ansa

Commenti

I Correlati

Lo studio, riportato nell'articolo dell’ International Journal of Molecular Sciences, si deve al Systems Biology Group Lab dell’Ateneo di Roma, diretto dal prof. Mariano Bizzarri, in collaborazione con la Aurora Biosearch di Bollate

Talazoparib è un farmaco antitumorale appartenente alla classe degli inibitori PARP (poli-ADP-ribosio polimerasi). Agisce bloccando un enzima chiamato PARP

In un anno più 9,6%. Oncologi: "va governata". Morti in calo del 15%

Maria Triassi (Società di Igiene): Entro un anno la sperimentazione a Napoli, unica in Italia, in collaborazione con l’Università di Genova e l’Ospedale del Mare

Ti potrebbero interessare

Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia

Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti

Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica

I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib

Ultime News

Più letti