Va basata non più sui sintomi ma sui parametri biologici
Per poter diagnosticare prima l'Alzheimer e iniziare così in anticipo le terapie bisogna cambiare radicalmente la valutazione di questa malattia, basandosi non più sui sintomi 'esterni', come la perdita di memoria, ma su fenomeni biologici misurabili, come l'accumulo di proteine o i danni neurologici. A proporlo è un gruppo di esperti statunitensi in un articolo su Alzheimer's & Dementia. I ricercatori del National Institute of Health americano hanno proposto tre gruppi di biomarcatori, due proteine, la beta-amiloide e la tau, e la degenerazione neuronale.
Dalla misura di questi tre fattori, che possono essere rilevati con risonanze al cervello e test del sangue, il paziente potrebbe essere inserito in una di otto categorie che danno una misura dell'avanzamento della malattia. Questo, spiegano gli autori, permetterebbe di testare ad esempio dei farmaci prima che appaiano i sintomi, con più chance di successo rispetto ai test che si fanno attualmente su pazienti in cui la malattia è ormai avanzata e ha distrutto troppe cellule cerebrali. "Nel contesto della continua evoluzione della ricerca sull'Alzheimer - scrivono gli esperti - questa modifica è il passo logico successivo per aiutare la comunità scientifica. Più siamo in grado di caratterizzare accuratamente la malattia migliori sono le possibilità di intervenire in un punto qualsiasi della progressione, dalla prevenzione al rallentamento dello sviluppo dei sintomi".
fonte: Alzheimer's & Dementia
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