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La sindrome delle gambe senza riposo legata a cambiamenti al cervello

Neurologia Redazione DottNet | 26/04/2018 15:46

Studio dell'Università del Minnesota e pubblicato online sulla rivista Neurology

Una sensazione di disagio alle gambe e l'impulso irrefrenabile di muoverle, che si verifica con più frequenza la sera o la notte, compromettendo in alcuni casi il sonno: sono i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo, un disturbo per il quale l'esercizio fisico può aiutare così come supplementi di ferro se manca, e che nei casi gravi può portare anche a dover assumere dei farmaci che però possono avere effetti collaterali importanti se presi a lungo.     La conoscenza di questa sindrome si fa sempre più accurata e un nuovo studio la collega a cambiamenti in una porzione del cervello che elabora informazioni sensoriali. La ricerca, dell'Università del Minnesota e pubblicato online sulla rivista Neurology, ha trovato prove di cambiamenti strutturali nella corteccia somatosensoriale del cervello, l'area in cui vengono elaborate le sensazioni.

"È probabile che i sintomi possano essere correlati a cambiamenti patologici in quest'area del cervello" evidenzia l'autore, Byeong-Yeul Lee. La corteccia somatosensoriale del cervello fa parte del sistema somatosensoriale del corpo, costituito da nervi e percorsi che reagiscono ai cambiamenti sia all'interno che all'esterno.   Questo sistema aiuta a percepire tatto, temperatura, dolore, movimento e posizione.  Lo studio ha coinvolto 28 persone con gravi sintomi della sindrome, che avevano il disturbo in media da 13 anni, confrontandole con altre 51 che non ne soffrivano. Su ogni partecipante è stata effettuata una scansione del cervello con risonanza magnetica. E'emerso che le persone con la sindrome avevano una diminuzione del 7,5% dello spessore medio del tessuto cerebrale nell'area del cervello che elabora le sensazioni rispetto ai partecipanti sani. È stata anche trovata una sostanziale diminuzione nella zona in cui le fibre nervose collegano un lato del cervello all'altro.

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fonte: Neurology

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