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Dalle app all'Alzheimer: una diagnosi per il cervello

Neurologia Redazione DottNet | 29/04/2018 17:38

Diverse start up stanno cercando di sfruttare questi fenomeni per sostituire i test tradizionali

Il modo in cui maneggiamo lo smartphone, battiamo sui tasti o persino come parliamo, con la app giusta diventano delle 'finestre' sul cervello, in grado di far diagnosticare problemi dalla depressione all'Alzheimer.    Diverse start up, racconta un articolo sulla rivista Ieee Spectrum, stanno cercando di sfruttare questi fenomeni per sostituire i test tradizionali, e tre in particolare hanno già raggiunto il mercato.   

Più che puntare sul 'quanto' si usa lo smartphone, cercando ad esempio di capire se periodi in cui si è poco sui social o non ci si muove corrispondano a problemi mentali, affermano ad esempio gli esperti di Mindstrong Health, compagnia della Silicon Valley, è meglio concentrarsi sul 'come'. "Io ho una vita piuttosto impegnata - spiega Paul Dagum, ad della compagnia -. Il sabato, quando non ricevo chiamate o email e sto fermo in soggiorno a leggere un libro, non sono depresso ma felice". I test condotti dalla compagnia hanno dimostrato che il ritmo con cui si scrive o si aprono e chiudono le app è molto più indicativo. "Queste interazioni - precisa Dagus - misurate in millisecondi, sono predittive dello status cognitivo ed emozionale". La app sviluppata di conseguenza è già in uso in diversi test clinici su schizofrenia, depressione e stress post traumatico, e anche in un progetto su 4mila donne per scovare la depressione post parto.

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Un principio simile, ma applicato alle tastiere dei computer, è sfruttato dalla Neurametrix, che ha ideato una app, già disponibile al pubblico, che promette di trovare i segni di Alzheimer, Parkinson e depressione analizzando il moto delle dita. "L'importante non è la velocità con cui si scrive - spiega Jan Samzelius, l'ideatore -. Se si è in salute il ritmo che si usa è lo stesso per tutto il giorno e per tutti i giorni della settimana, perchè è una abitudine radicata nel cervello. Ma quando il cervello è colpito da una malattia questa ripetitività si interrompe".   Anche il semplice suono della voce, spiegano gli esperti di WinterLight Labs, se analizzato può dare indizi molto importanti sullo stato psicologico di una persona. La ricerca è iniziata da 400 variabili del mondo di parlare e ne ha isolate 30 indicative dell'Alzheimer, oltre ad altre per depressione e Parkinson. La app creata di conseguenza è già in uso da parte di alcune aziende farmaceutiche per valutare l'andamento delle terapie, ed è pronta anche una versione per case di riposo e medici per valutare la progressione della malattia senza ricorrere ai test tradizionali, che di solito sono questionari compilati con carta e penna.

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