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Fibrillazione atriale, il rischio ictus non scompare

Cardiologia Redazione DottNet | 15/05/2018 18:29

E' indispensabile proseguire il trattamento

Coloro che hanno un ritmo cardiaco anormale, soffrono cioè di fibrillazione atriale, che può metterli di fronte a un rischio maggiore di andare incontro a ictus, necessitano ancora di trattamento anche dopo che la situazione sembra essere tornata alla normalità. È quanto emerge da uno studio dell'Università di Birmingham, nel Regno Unito, pubblicato su BMJ.  Le persone con fibrillazione atriale hanno molte più probabilità di sviluppare coaguli di sangue e andare incontro a ictus e per evitarlo è importante che assumano farmaci specifici. A volte il problema sembra 'scomparire' e il cuore ritorna al suo ritmo normale - si può quindi ritenere che la condizione si sia risolta e fino adesso non era chiaro se i farmaci anti-coagulanti potessero essere interrotti.

Ora il nuovo studio indica che anche se la situazione sembra tornata alla normalità continuano ad essere ad alto rischio di ictus e dovrebbero continuare a essere curate.   Per arrivare a questa conclusione sono stati esaminati i dati forniti da 640 medici di medicina generale. L'analisi ha coinvolto adulti che non avevano avuto in precedenza un ictus o un attacco ischemico transitorio (Tia): 11.159 con fibrillazione atriale risolta, 15.059 come gruppo di controllo con fibrillazione atriale e 22.266 come gruppo sempre di controllo senza il disturbo.   Confrontando la frequenza degli ictus, come spiega Nicola Adderley, uno degli autori principali dello studio, è stato scoperto "erano meno comuni nelle persone che non avevano mai avuto fibrillazione atriale e molto più comuni invece in coloro in cui secondo la documentazione fornita la fibrillazione atriale era stata risolta. Pertanto, possiamo concludere che quest'ultimo gruppo di persone continua ad essere ad alto rischio". 

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fonte: Bmj

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