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Sviluppato il primo farmaco non antibiotico per la tbc

Farmaci Redazione DottNet | 12/09/2018 17:58

Efficace sugli animali, può eliminare il problema delle resistenze

Sviluppato il primo farmaco non antibiotico che ha trattato con successo la tubercolosi negli animali. A scoprirlo sono stati i ricercatori dell'università di Manchester, che ora sperano di testarlo sull'uomo entro i prossimi 3-4 anni, come spiegano sul Journal of Medicinal Chemistry.  Il farmaco, che prende come bersaglio le difese del batterio della tbc (il Mycobacterium tuberculosis) anziché il batterio stesso, può anche eliminare il problema dei ceppi resistenti agli antibiotici. Attualmente chi si ammala di tubercolosi deve prendere un cocktail di antibiotici molto forti per 6-8 mesi, spesso patendo pesanti effetti collaterali e con il 20% di rischio che la malattia ritorni. Il farmaco sviluppato a Manchester si è mostrato efficace sui porcellini d'India con l'infezione in forma acuta e cronica.

"Questo composto non uccide il batterio direttamente, ma riduce in modo significativo la sua carica. Per oltre 60 anni l'unica arma contro la tubercolosi sono stati gli antibiotici, ma il problema della resistenza a questi farmaci sta diventando preoccupante", commenta Lydia Tabernero, coordinatrice dello studio. "Disattivando le difese del batterio - continua - abbiamo trovato il modo di aumentare le capacità del sistema immunitario e fargli eliminare questo patogeno". Il Mycobacterium Tuberculosis produce infatti delle particolari molecole che bloccano la risposta del sistema immunitario all'infezione. I ricercatori hanno identificato una di queste molecole, MptpB, e usata come bersaglio. Il composto da loro sperimentato l'ha bloccata, permettendo ai globuli bianchi di uccidere il batterio della tbc in modo più efficiente. "Non c'è niente di simile nell'uomo alla molecola MptpB - conclude Tabernero - Il nostro composto quindi la blocca, senza risultare tossico per le cellule umane. E poiché il batterio non viene trattato direttamente, è meno probabile che sviluppi resistenza al farmaco"

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fonte: Journal of Medicinal Chemistry

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Agisce anche sul trabecolato

La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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