Canali Minisiti ECM

Camminare mezz'ora al giorno protegge da ictus più gravi

Neurologia Redazione DottNet | 21/09/2018 08:52

In chi fa meno attività aumenta il rischio di conseguenze gravi

Le persone che svolgono un'attività fisica leggera o moderata, come camminare almeno quattro ore a settimana o nuotare 2-3 ore alla settimana, possono avere ictus meno gravi rispetto alle persone che sono fisicamente inattive. E' quanto mostro uno studio apparso su Neurology, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.  Per lo studio, i ricercatori dell'Università di Göteborg in Svezia, hanno identificato 925 persone con un'età media di 73 anni che hanno avuto un ictus. L'80% di loro aveva avuto un ictus lieve. Per determinare l'attività fisica precedente alla malattia sono state utilizzate domande sulla durata e sull'intensità dell'esercizio fisico svolto.

Delle 481 persone fisicamente inattive, il 73% aveva avuto un ictus lieve e il restante in forma grave, con forte compromissione della possibilità di movimento e utilizzo del linguaggio. Tra le persone precedentemente impegnate in attività fisica leggera (come camminare almeno quattro ore a settimana), l'85% aveva avuto un ictus lieve, percentuale che saliva all'89% tra quelle che praticavano attività fisica moderata (come nuoto o corsa 2 o 3 ore a settimana). "L'inattività fisica deve essere monitorata, non solo come fattore di rischio per l'ictus, ma anche come possibile fattore di rischio per un ictus grave", conclude l'autrice dello studio Katharina S. Sunnerhagen.

pubblicità

fonte: Neurology

Commenti

I Correlati

Obiettivo della Strategia: arginare “l’epidemia” delle patologie del cervello nel nostro Paese. Il Ministro Schillaci apre l’evento “One Brain, One Health”

Secondo un gruppo di neuroscienziati, è la prova di un cervello impegnato in più attività

Una ricerca che apre la strada alla possibilità di diagnosticare e seguire la patologia con maggiore precisione e tempestività

Con una valutazione neuropsicologica è oggi possibile avere un riscontro sull'insorgenza di patologie come: malattie neurodegenerative, sindrome da Long-Covid, patologie psichiatriche ma è anche utile in caso di eventi traumatici

Ti potrebbero interessare

Obiettivo della Strategia: arginare “l’epidemia” delle patologie del cervello nel nostro Paese. Il Ministro Schillaci apre l’evento “One Brain, One Health”

Secondo un gruppo di neuroscienziati, è la prova di un cervello impegnato in più attività

Una ricerca che apre la strada alla possibilità di diagnosticare e seguire la patologia con maggiore precisione e tempestività

Con una valutazione neuropsicologica è oggi possibile avere un riscontro sull'insorgenza di patologie come: malattie neurodegenerative, sindrome da Long-Covid, patologie psichiatriche ma è anche utile in caso di eventi traumatici

Ultime News

Una recente pronuncia della Corte di Giustizia Europea (C-218/22 del 18 gennaio 2024) apre una breccia nel muro dell’impossibilità di monetizzazione delle ferie

Il nuovo Nomenclatore di specialistica ambulatoriale bloccherà l'abbattimento delle liste di attesa, con una drammatica ripercussione sui 36mila posti di lavoro

Obiettivo della Strategia: arginare “l’epidemia” delle patologie del cervello nel nostro Paese. Il Ministro Schillaci apre l’evento “One Brain, One Health”

Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Tromsø