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I cittadini italiani spendono molto per la salute

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/11/2018 09:57

Ridotte le spese per la sanità. Pochi gli infermieri. Alta l'aspettativa di vita

L'Italia spende poco per la sanità, ha pochi infermieri e un preoccupante tasso di obesità infantile, ma nonostante le ombre conserva alcuni primati importanti, da un tasso di morti evitabili inferiore alla media e una aspettativa di vita seconda solo a quella della Spagna. La fotografia emerge dal rapporto Ue-Ocse sullo stato di salute dei sistemi sanitari pubblicato venerdì scorso.  Nel nostro paese si spendono 2.551 dollari pro capite per la sanità, inferiori ai 2.773 della media Ue e molto più bassi dei 4.713 del Lussemburgo o dei 4.160 della Germania. Anche in rapporto al Pil, il nostro paese è fermo all'8,9%, contro i valori superiori all'11% di Francia e Germania, che guidano la classifica.

Di contro, a superare la media Ue è la spesa 'out of pocket', quella dei cittadini, che è il 23% del totale, contro il 18% della media.  In generale, il rapporto ammonisce contro la spesa 'inutile'.    Secondo gli esperti, un quinto della spesa in Europa è improduttiva, e potrebbe essere utilizzata meglio. Anche l'Italia non si sottrae, con il 19%. "La spesa improduttiva si ha quando i pazienti ricevono test non necessari - scrivono - o quando le cure potrebbero essere somministrate con meno risorse".  Uno degli effetti del sottofinanziamento, ha rilevato la Federazione degli ordini degli Infermieri commentando il documento, è la carenza di personale. In Italia ci sono 5,4 infermieri ogni mille abitanti, una cifra ben lontana dai 9,4 della media Ocse.  Nonostante le carenze, rileva il rapporto, il sistema italiano 'regge' su più fronti, a partire da quello delle morti evitabili, che nell'Ue sono 1,2 milioni l'anno.

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Secondo il rapporto, che si riferisce al 2015, le cause principali sono le malattie cardiache, i tumori del polmone, gli incidenti stradali e le morti legate all'alcol.  Nella classifica delle morti prevenibili ('preventable', secondo la definizione dell'Ocse), quelle cioè che possono essere evitate con interventi di salute pubblica, l'Italia è al primo posto, con 151 ogni 100mila abitanti, molto meno della media Ue che è 216. Anche per le morti evitabili con una migliore assistenza (amenable) la cifra italiana è molto bassa, 93 ogni 100mila abitanti, maggiore solo di quelle di Francia, Spagna e Olanda.  "Anche se l'aspettativa di vita nell'Ue è tra le più alte alte al mondo, non possiamo riposare sugli allori - afferma Vytenis Andriukaitis, commissario Ue alla Salute -. Molte vite potrebbero essere salvate aumentando gli sforzi per promuovere stili di vita salutari e combattere fattori di rischio come alcol e droghe".Tra i focus di quest'anno del rapporto, che ha cadenza biennale, c'è la salute mentale. Più di una persona su sei in Europa, avvertono gli esperti, ha una malattia mentale, ovvero 84 milioni di cittadini. Un problema che ha causato la morte di 84mila persone e che costa il 4% del Pil europeo. 

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