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Le vittime di bullismo subiscono danni al cervello

Psichiatria Redazione DottNet | 14/12/2018 14:02

Si modifica la struttura, cresce il rischio di malattie mentali

Le vittime dei bulli non subiscono solo danni psicologici. Per la prima volta la scienza ha notato come arrivi a mutare persino la struttura fisica del cervello. A trovare questa evidenza è stato uno studio internazionale coordinato dal King's College di Londra, che ha dimostrato come ci possano essere differenze strutturali fisiche nel cervello degli adolescenti. Questo, secondo i ricercatori, potrebbe aumentare le possibilità di soffrire di disturbi mentali in momenti successivi della vita.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, ha dimostrato come le vittime dei bulli abbiano una diminuzione del volume di alcune parti del cervello. Nel dettaglio, sotto i riflettori sono finiti il nucleo caudato e il putamen (che insieme formano lo striato dorsale) che arrivano a restringersi a seguito delle continue angherie subite. La ricerca ha coinvolto 682 giovani di Inghilterra, Irlanda, Francia e Germania: a 14, 16 e 19 anni hanno dovuto compilare questionari sugli eventuali episodi di bullismo di cui erano stati vittime: 36 i casi in cui sono state accertate forme di bullismo cronico. Le conclusioni della ricerca sono arrivate grazie anche ad alcune scansioni cerebrali ad alta risoluzione (fatte a 14 e 19 anni) e a uno studio sui livelli di depressione, ansia e iperattività. Già alcune precedenti ricerche scientifiche avevano confermato il nesso tra il bullismo e i problemi di salute mentale. Tra queste una delle più recenti è della canadese McGill University, che aveva fatto emergere un rischio raddoppiato, tra le vittime di bullismo, di poter avere sintomi depressivi e un rischio triplicato di casi d'ansia.

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La modifica fisica individuata dai ricercatori internazionali coordinati dal King's College di Londra spiegherebbe la relazione tra le vittime di bullismo e alti livelli di ansia che sono stati individuati tra i giovani di 19 anni.  "Sebbene non sia solitamente considerato rilevante per l'ansia, l'importanza dei cambiamenti strutturali nel putamen e nel nucleo caudato allo sviluppo dell'ansia risiede molto probabilmente nel loro contributo a comportamenti correlati come la sensibilità alla ricompensa, la motivazione, il condizionamento, l'attenzione e l'elaborazione emotiva", spiega Burke Quinlan, ricercatore del King's College che ha condotto lo studio. 

fonte: Molecular Psychiatry

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