Buoni risultati nelle sperimentazioni condotte nel Brain Institute, University of Queensland
Una tecnica a ultrasuoni che rimuove placche tossiche dal cervello, sviluppata da ricercatori australiani, promette di restituire la memoria ai pazienti del morbo di Alzheimer. La tecnologia ha invertito i sintomi della malattia e restituito la funzione della memoria in modelli animali, nelle sperimentazioni condotte nel Brain Institute, University of Queensland. Usando gli ultrasuoni, i ricercatori guidati dallo specialista di demenza senile Jurgen Gotz hanno potuto attivare le cellule microgliali, descritte come "una specie di netturbini", che scandagliano il cervello rimuovendo gli elementi tossici che lo percorrono.
"Il cervello di un paziente di Alzheimer è pieno di amiloidi tossici e normalmente questi netturbini dovrebbero compiere il loro lavoro, ma talvolta non lo fanno", scrive sul sito dell'Università. L'azione degli ultrasuoni li stimola a compiere il loro lavoro, rimuovendo gli amiloidi e così ripristinare la funzione della memoria. Gotz sottolinea che la tecnica non è una piena cura per la malattia, ma una volta sviluppata ulteriormente, permetterà la rimozione delle placche per almeno tre anni prima che sia richiesto un altro trattamento. "Potremo ritardare l'età in cui si svilupperebbe l'Alzheimer. Usando la tecnica in una fase in cui la malattia non è troppo avanzata, questa può essere prevenuta anche in persone predisposte". Per il prossimo anno è in programma presso il Brain Institute una sperimentazione della tecnica a ultrasuoni su un piccolo campione di pazienti.
fonte: ansa
Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose
È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications
Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report
Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”
Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose
È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications
Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report
Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”
La medicina oculistica offre soluzioni sempre più raffinate: cristallini che, oltre a eliminare “l’appannamento” ridanno una vista normale, terapie efficaci per le patologie della terza età
Il 30–35% dei ragazzi di età inferiore ai 14 anni sia miope, in pratica uno su tre
Dall’analisi della retina l’AI può già individuare, come un esperto specialista, glaucoma, retinopatia diabetica, degenerazione maculare, retinopatia del prematuro
Il timore è che il virus si adatti e avvii il contagio interumano
Commenti