Canali Minisiti ECM

Cellulari, campagna informativa sui pericoli

Sanità pubblica Redazione DottNet | 17/01/2019 13:48

La richiesta arriva dal Tar Lazio. La storia della ricerca e l'opinione di Cnr e pediatri

Una campagna informativa sulle corrette modalità d'uso di telefonini e cordless e sui rischi per la salute e per l'ambiente connessi a un loro uso improprio. Dovranno attuarla, entro sei mesi, i ministeri della Salute, dell'Istruzione e dell'Ambiente. La richiesta arriva dal Tar del Lazio, che ha accolto parzialmente un ricorso proposto dall'Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog. Pronta la risposta dei tre dicasteri, che hanno reso noto di essere già al lavoro per la costituzione di un tavolo congiunto che avrà la finalità di dare seguito alla richiesta dei giudici.  L'associazione si era rivolta al Tar per contestare l'inerzia dei ministeri in relazione a un atto di diffida del 28 giugno 2017 diretto a promuovere l'adozione di provvedimenti finalizzati all'informazione capillare della popolazione, nonché per obbligare i ministeri a emanare il decreto del febbraio 2001 contenente la "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici".

Già il 16 gennaio 2012 il ministero della Salute aveva evidenziato che il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all'uso del cellulare fosse alla costante attenzione del ministero stesso, evidenziando come il Consiglio Superiore di Sanità, in un parere del 2011, aveva rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non fosse dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l'ipotesi di un rapporto causale non potesse essere del tutto esclusa in relazione a un uso molto intenso del telefono cellulare, e comunque raccomandando di mantenere vivo l'interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema. Il Tar, constatato che "nonostante il ragguardevole lasso di tempo intercorso, la preannunciata campagna informativa non risulta essere stata ancora attuata", ha ritenuto di dichiarare "l'obbligo dei ministeri, ciascuno per il proprio ambito di competenza, di provvedere ad adottare una campagna informativa, rivolta alla intera popolazione".

pubblicità

Da parte loro, i ministeri hanno affermato di "recepire con favore la decisione giurisdizionale, convinti della necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema e di promuovere misure di prevenzione". Si tratta di una "sentenza rivoluzionaria, senza precedenti, che ci ha dato la possibilità di riacquistare un alto ruolo dell'avvocatura", hanno commentato i legali dell'Associazione. La questione resta tuttavia dibattuta, con gli studi scientifici che nel corso degli anni hanno espresso posizioni opposte rispetto all'eventuale rischio di una correlazione causale tra uso del telefonino e tumori, anche se la stragrande maggioranza delle indagini scientifiche non ha evidenziato l'esistenza di tale relazione causale. La questione è però anche approdata nelle aule dei tribunali, come nel caso di Roberto Romeo, dipendente di una grande azienda italiana a cui, nel 2010, era stato diagnosticato un neurinoma dell'acustico all'orecchio destro a causa della prolungata esposizione lavorativa alle frequenze emesse dal telefonino. Il 30 marzo 2018 ha vinto una causa civile contro l'Inail. Oggi afferma: "Voglio insegnare agli altri ad utilizzare il cellulare perché non si ammalino". Anche il Codacons plaude alla decisione del Tar, ricordando come sia però ancora pendente un proprio ricorso con il

La storia

E' una storia infinita caratterizzata da oltre venti anni di studi e ricerche quella che lega i telefonini cellulari alle paure e agli allarmismi sui presunti rischi di sviluppare alcune malattie come il cancro al cervello, tornata ora sotto i riflettori in seguito alla sentenza del Tar del Lazio che impone ai ministeri della Salute, Ambiente e Istruzione di avviare una campagna informativa. Basti pensare che l'ultimo in ordine di tempo, dall'Australia, è stato pubblicato lo scorso dicembre, e li scagiona, ma due settimane prima ne era uscito un altro statunitense che invece aveva trovato una relazione.    L'analisi australiana si era basata su 16.800 casi di cancro cerebrale. Lo studio, guidato dall'Australian Radiation and Nuclear Safety Agency (Arpansa) e pubblicato sulla rivista BMJ Open, ha escluso ogni legame fra la rapida diffusione della telefonia mobile e l'incidenza dei tumori al cervello. Al contrario secondo una ricerca del National Toxicology Program statunitense condotta su circa 3.000 roditori invece c'erano prove, anche se "relativamente modeste" che le onde radio originate da alcuni tipi di telefoni cellulari di vecchia generazione, aumentano il rischio di tumore al cervello. Alcune ricerche nel corso degli anni hanno ritenuto i telefonini potenzialmente cancerogeni, altre li hanno 'assolti' e altre ancora - come la ricerca Interphone, finanziata dall'Organizzazione mondiale della sanita' - non sono arrivate ad alcuna certezza che l'utilizzo dei cellulari, anche prolungato, possa aumentare il rischio di tumori al cervello. Su queste basi, nel 2011, la Iarc, l'agenzia sui tumori dell'Oms, ha definito i campi elettromagnetici come solo 'possibly carcinogenic'.  Sulla questione dell'uso di questi dispositivi si è espressa recentemente con un 'position paper' anche la Società Italiana di Pediatria. Il consiglio è di evitare l'esposizione prolungata, anche se in questo caso più che i rischi legati alle radiazioni sulla raccomandazione pesano quelli, già invece accertati, per lo sviluppo cognitivo, il sonno e il metabolismo.

Il parere del Cnr

 I telefonini vanno utilizzati "solo per il tempo necessario, ovvero senza eccedere". E' il consiglio del responsabile Medicina del lavoro del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) Roberto Moccaldi, che accoglie come una "buona notizia" la pronuncia del Tar del Lazio che impone ai ministeri dell'Ambiente, Salute e Istruzione, entro sei mesi al massimo, di adottare una campagna informativa sulle corrette modalità d'uso di telefonini e cordless e sui rischi per la salute e per l'ambiente connessi a un loro uso improprio. "E' infatti importante - spiega l'esperto - che si abbia un'informazione corretta sull'uso dei cellulari e sugli effetti di tali dispositivi, considerando che ad oggi esistono effetti noti ed effetti che invece non sono dimostrati scientificamente". Gli effetti noti dei cellulari sulla salute, spiega, "sono legati innanzitutto all'emissione di radiofrequenze, che possono portare ad un surriscaldamento dei tessuti cerebrali. Va però precisato che i cellulari oggi sul mercato sono molto più sofisticati rispetto al passato ed il livello di emissioni di radiofrequenze è attualmente trascurabile". Altro effetto noto, avverte Moccaldi, "è poi la potenziale interferenza del campo elettromagnetico dei telefonini con i dispositivi impiantati in pazienti, dai pacemaker alle pompe per l'insulina". Tra gli altri effetti sulla salute, pure i potenziali danni ai muscoli e tendini delle mani a seguito di un tempo eccessivo di digitazione sui dispositivi. Quanto alla potenziale correlazione tra uso del telefonino e maggior rischio di sviluppare tumori, "dopo 30 anni di studi - afferma Moccaldi - la stragrande maggioranza delle ricerche non ha evidenziato una relazione causale tra uso del cellulare e insorgenza di neoplasia, soprattutto della testa, e solo una minoranza di essi ha al contrario evidenziato un aumento del rischio. Ad oggi dunque tale correlazione causale non è stata dimostrata".

Resta l'indicazione di un uso corretto ed il tempo di utilizzo rappresenta un indicatore importante, considerando che, secondo i dati della società di analisi americana Counterpoint Research, un utente su quattro nel mondo è attaccato allo smartphone 7 ore al giorno, cioè una fetta consistente della propria vita. E l'uso eccessivo è un problema anche per i bambini. Se il primato dei minori iper-connessi dell'era di Internet spetta sicuramente agli Stati Uniti, dove il 92% dei piccoli inizia ad usare i dispositivi digitali già nel primo anno di vita e all'età di due anni li utilizza giornalmente, anche in Italia il quadro è simile: 8 bimbi su 10 tra 3 e 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori, e proprio i bambini registrano picchi di utilizzo anche di 8-10 ore al giorno. Eccessi, avverte la Società italiana di pediatria (Sip), che possono determinare danni seri sia sul versante psicologico e comportamentale sia dal punto di vista fisico con il rischio di problemi a vista, udito, ritmo del sonno. Per questo, la Sip si è espressa con un documento ufficiale sull'uso dei media device (cellulare, smartphone, tablet, pc) nei bambini da 0 a 8 anni di età, evidenziando delle raccomandazioni precise: no a smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire; limitare l'uso a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni.

Commenti

I Correlati

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8

Chiusi il 9% in 10 anni. Fra il 2019 e il 2022, 11.000 clinici hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche e l’esodo continua inesorabilmente

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Ti potrebbero interessare

Chiusi il 9% in 10 anni. Fra il 2019 e il 2022, 11.000 clinici hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche e l’esodo continua inesorabilmente

Non passa giorno senza che venga pubblicato uno studio scientifico sui danni che le microplastiche provocano a diversi organi e tessuti, oltre che all’ambiente

Rapporto Bes: indicatori in calo sul timore per la criminalità

Nel 2023 sono stati 4,5 milioni, pari al 7,6% della popolazione, erano il 7% nel 2022. I motivi: problemi economici, liste d'attesa e difficoltà di accesso

Ultime News

Sin dal momento della diagnosi di neoplasia, la presa in carico nutrizionale rappresenta uno degli snodi cruciali del percorso di cura: più di un paziente su due (51%), alla prima visita oncologica, riporta infatti dei deficit nutrizionali e quasi un

"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8