Presentati i risultati delle aziende italiane aderenti a Farmindustria
Le tredici aziende italiane del farmaco aderenti a Farmindustria, le cosiddette 'Fab13' (Abiogen Pharma, Alfasigma, Angelini, Chiesi, Dompé, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Mediolanum, Menarini, Molteni, Recordati e Zambon) in questi anni hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo, passati dai 552 milioni di euro del 2013 ai 906 milioni del 2017 (+39%). E si stima che nel 2018 abbiano superato 1 miliardo di euro. I dati del primato della farmaceutica italiana sono stati presentati oggi a Roma, attraverso il Rapporto realizzato da Nomisma 'Industria 2030. La Farmaceutica italiana e i suoi campioni alla sfida del nuovo paradigma manifatturiero'. I gruppi industriali farmaceutici italiani contribuiscono in modo determinante a rendere l' Italia la prima piattaforma produttiva farmaceutica in Europa, con un fatturato complessivo annuo che supera i 31 miliardi di euro e hanno continuato a investire in R&S in Italia nonostante la crisi, aumentando produzione, fatturato e numero di dipendenti.
Il Rapporto, partendo dai dati generali del comparto negli ultimi 10 anni, analizza i punti di forza e i risultati ottenuti, evidenziando un continuo e massiccio aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo e la crescita di produzione e occupazione. Negli ultimi anni - è stato ricordato durante la presentazione dai rappresentanti delle aziende - le imprese farmaceutiche italiane hanno reagito alla perdita di copertura brevettuale, che ha abbassato i prezzi della quasi totalità dei farmaci, investendo in modo massiccio in innovazione, come ad esempio nel campo delle biotecnologie e delle terapie geniche. Le aziende italiane non chiedono sostegni o incentivi ma di poter contare su un contesto di regole certe che consenta una pianificazione industriale a medio-lungo termine, per continuare a investire in Italia e a migliorare la vita di decine di milioni di pazienti.
Le esportazioni del settore farmaceutico hanno toccato i 24,8 miliardi di euro nel 2017, il 5,8% del totale manufatturiero italiano, con una crescita del 106,9% negli ultimi 10 anni. Un significativo irrobustimento dell' export, che ha portato la bilancia commerciale del comparto in positivo di quasi un miliardo di euro (+0,8): i dati 2017 mostrano, infatti, l' avvenuto sorpasso della Germania per produzione di medicinali (31,2 miliardi di euro contro 30), si legge sul Rapporto realizzato da Nomisma 'Industria 2030. In questo quadro, secondo i dati 2017, le aziende italiane del farmaco occupano 42.000 dipendenti, con un aumento del 57% rispetto ai 26.610 occupati del 2007. Del totale dei dipendenti 15.390 sono quelli impiegati in Italia, di questi oltre il 46% sono donne, con una quota di laureati e diplomati oltre l' 87%. Quasi la metà (46,8%) è occupata in attività di produzione e di ricerca, con un totale di addetti dedicati all' innovazione superiore al 5% in tutte le imprese. Il Rapporto evidenzia come, nel solo triennio 2015-17, il numero dei dipendenti italiani delle Fab13 sia aumentato di oltre 690 unità (da 14.380 a 15.390 che fa segnare un +4.7%). Infine, le aziende farmaceutiche italiane emergono come realtà industriale in forte sviluppo, con ricavi aggregati che superano gli 11 miliardi di euro nel 2017 e in crescita del 70,3% rispetto al dato del 2007 (6,1 miliardi di euro). Un trend positivo che non ha mostrato segnali di cedimento neanche durante la crisi finanziaria e che deriva in larga parte dall' espansione dei ricavi provenienti dall' estero.
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