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Sessualità e gravidanza: il ruolo del medico

Reumatologia Redazione DottNet | 19/01/2019 17:04

Per i malati reumatici è importante non trascurare tutti i sintomi

Alcune malattie reumatiche possono provocare problemi nell'ambito della sessualità in vario modo: per stare meglio è importante non trascurarli e parlarne con il proprio medico . Ci sono problemi prettamente fisici, come ad esempio, nel caso delle artriti croniche, dolori e limitazioni alle articolazioni (soprattutto ad assumere posizioni particolari) che possono in qualche modo interferire sui rapporti, o ancora la possibilità che la sindrome di Sjogren, che a volte si può associare altre patologie come l'artrite reumatoide, porti ad alterazioni della pelle e delle mucose, comprese quelle vaginali, nelle quali si sperimenta maggiore secchezza.

Vi sono persino alcune patologie che rendono le mani insensibili e questo ha il suo peso anche nella sessualità. Poi c'è tutta la sfera psicologica da considerare, che parte da un'accettazione di sé e di un corpo che con la malattia in parte può cambiare, anche per le cure, che in alcuni casi sono a base di cortisone e possono alterare l'aspetto fisico. Fare in modo di non perdere l'autostima, però, e' essenziale, secondo la professoressa Angela Tincani, responsabile della Unità Operativa di Reumatologia e Immunologia Clinica degli Spedali Civili di Brescia e coordinatrice del Gruppo di Studio Medicina di Genere della SIR (Società italiana di Reumatologia) e tirare fuori certi temi, evidenziarli durante la visita medica, e' importante. Anche lo specialista dovrebbe farlo, e spesso non lo fa per mancanza di tempo o "per un senso di vergogna e talvolta per il non sentirsi in grado di affrontare questo tema".

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I problemi nella sfera della sessualità riguardano sia le donne sia gli uomini. Ad esempio, in alcune malattie reumatiche c'è una frequenza non trascurabile di disfunzione erettile e questo di solito non emerge in una visita di routine, ed e' importante sapere che e' la patologia provocare questo problema e che talvolta qualcosa si può fare. E se dalla sfera della sessualità si passa al desiderio di una gravidanza? Anche in questo caso il miglior alleato secondo l'esperta e' il medico, con il quale pianificare un'esperienza così importante. "La paziente che vuole andare incontro a una gravidanza- sottolinea infatti la professoressa Tincani- deve esplicitare la cosa al reumatologo e il reumatologo deve fare domande in merito alla paziente. Spesso tende a non farlo perché può pensare non sia il suo compito, ma anche il ginecologo, che e' l'altro specialista di riferimento che ben conosce e tratta questi temi, potrebbe non avere molte informazioni sull'influenza delle varie malattie reumatiche sulla gravidanza e viceversa. Il tema va affrontato con una sinergia tra queste due figure professionali".

È ' importante sapere che alcune malattie, in particolare quelle reumatiche infiammatorie possono portare dei problemi: l'infiammazione oltre a far male alla mamma fa male allo sviluppo della gravidanza e al feto. Alcune malattie hanno una probabiltà maggiore di riattivarsi in gravidanza (per esempio il lupus eritematoso sistemico), altre hanno una minore probabilità (per esempio la artrite reumatoide). Ma una recidiva di malattia è sempre possibile pertanto e' essenziale esercitare uno stretto controllo clinico e raccomandare aderenza alle terapie prescritte. In generale, "una gravidanza e' possibile e affrontabile: sono molto pochi i casi in cui viene sconsigliata". Anche il desiderio di paternità andrebbe esplicitato al medico, perché come evidenzia la specialista, taluni farmaci potrebbero causare problemi di infertilità temporanea o permanente oppure altri (anche se veramente pochi) potrebbero non consentire di concepire un figlio in sicurezza. 

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