Canali Minisiti ECM

Il 40% degli italiani rinuncia alle cure a causa delle liste di attesa

Sanità pubblica Redazione DottNet | 27/01/2019 17:24

Ambrosetti, la metà di chi attende finisce poi al Pronto Soccorso

Lunghe liste d'attesa, sperimentate da quattro italiani su dieci, scarsi finanziamenti pubblici e spesa privata in aumento. L'impietosa fotografia del Sistema Sanitario Nazionale viene da un rapporto di European House-Ambrosetti, e sono stati presentati a Roma nel corso di un incontro organizzato da UniSalute, società che gestisce 43 Fondi Sanitari integrativi di categoria.  Nel 2018 quasi il 40% degli adulti in Italia, circa 20 milioni di persone, ha avuto una o più esperienze di liste di attesa di più di un mese, si legge nel rapporto. Il 48,5% di chi ha sperimentato le liste di attesa per le prestazioni Asl ha avuto anche una o più esperienze di Pronto Soccorso.

Le situazioni più critiche si hanno per le visite specialistiche, che ha dovuto attendere circa il 60% di chi ha sperimentato una lista, e gli accertamenti diagnostici (42,7%), con delle punte nelle attese che hanno superato anche i 120 giorni. Lo studio mostra come l'incidenza della spesa sanitaria pubblica italiana sul Pil (pari a 6,6%) sia minore della media europea (7,4%) e nei prossimi anni sia destinata a diminuire e con un gap, rispetto agli altri paesi del Vecchio continente, destinato ad ampliarsi: Germania, Svezia e Paesi Bassi, ad esempio, spendono più di 4.000 euro l'anno per ogni cittadino, quasi il doppio di quanto spende l'Italia.

pubblicità

Questo si sta traducendo, avvertono gli esperti, in una maggiore spesa da parte dei cittadini. "La tendenza all'aumento della spesa sanitaria privata e soprattutto di quella out of pocket (ben il 24% in più negli ultimi anni) - scrivono gli esperti - evidenzia uno stato di sofferenza del nostro sistema sanitario nazionale in considerazione di uno sbilanciamento demografico verso la fascia più anziana delle popolazione che genera conseguentemente una maggiore domanda di salute". Ben il 91% della spesa privata (36 miliardi di euro) è stata out of pocket, ovvero sostenuta interamente di tasca propria dai cittadini, mentre solo per il rimanente 9% si è trattato di spesa intermediata. Un dato significativo, hanno sottolineato gli esperti all'evento, che conferma lo spostamento del finanziamento sempre più a carico dei cittadini e fa notare come la sottoscrizione di forme di sanità integrativa rimanga un fenomeno ancora limitato rispetto ad altri paesi europei: in Irlanda, Francia e Paesi Bassi la componente intermediata raggiunge un'incidenza superiore al 40%

. "Siamo convinti che la sanità integrativa dovrà mantenere e ampliare il ruolo di primo piano grazie all'importante attività svolta ad oggi dai Fondi Sanitari di categoria che hanno consentito di intercettare parte della spesa diretta in sanità per oltre 5,8 milioni di assistiti", ha commentato l'Amministratore Delegato di UniSalute, Fiammetta Fabris, che a chiusura dell'evento ha evidenziato come, in questi anni, i Fondi Sanitari di categoria da CCNL abbiano assicurato prestazioni per un valore di circa 2 miliardi di euro.

Commenti

I Correlati

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8

Chiusi il 9% in 10 anni. Fra il 2019 e il 2022, 11.000 clinici hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche e l’esodo continua inesorabilmente

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Ti potrebbero interessare

Chiusi il 9% in 10 anni. Fra il 2019 e il 2022, 11.000 clinici hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche e l’esodo continua inesorabilmente

Non passa giorno senza che venga pubblicato uno studio scientifico sui danni che le microplastiche provocano a diversi organi e tessuti, oltre che all’ambiente

Rapporto Bes: indicatori in calo sul timore per la criminalità

Nel 2023 sono stati 4,5 milioni, pari al 7,6% della popolazione, erano il 7% nel 2022. I motivi: problemi economici, liste d'attesa e difficoltà di accesso

Ultime News

Sin dal momento della diagnosi di neoplasia, la presa in carico nutrizionale rappresenta uno degli snodi cruciali del percorso di cura: più di un paziente su due (51%), alla prima visita oncologica, riporta infatti dei deficit nutrizionali e quasi un

"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8