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Dl semplificazioni: salvo il contratto medici. Le altre novità

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/01/2019 22:07

Bocciato l'emendamento che modificava la quota di capitale che le società per azioni possono detenere nella proprietà delle farmacie

Misure urgenti per sopperire alla carenza di personale sanitario e la correzione del comma della manovra che rischiava di bloccare la firma del nuovo contratto per i medici della sanità pubblica. Sono alcune delle novità in tema di sanità contenute nel dl semplificazioni e sopravvissute alla sforbiciata del Quirinale, che ha bocciato molti emendamenti considerati estranei alla materia.

Per far fronte alla carenza del personale sanitario, uno degli emendamenti ammessi al voto riguarda la possibilità di superamento del tetto di spesa per il personale previsto dalla finanziaria del 2010. Un secondo emendamento in materia estende la validità delle graduatorie per le procedure concorsuali per l'assunzione di personale medico, tecnico-professionale ed infermieristico, bandite dalle aziende Servizio sanitario nazionale a partire da gennaio 2020. Un altro emendamento al testo arrivato oggi in Aula al Senato, modifica invece il contestato comma 687 della manovra prevedendo che la dirigenza medica non rientri nei ruoli del personale del Servizio Sanitario Nazionale a decorrere dal contratto 2016-2018: di fatto, come richiesto dai sindacati di categoria, salva il contratto collettivo quadro dei medici firmato nel 2016 ed evita l'arenarsi delle trattative.

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Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, e' previsto il recepimento dell'intesa sul payback per gli anni 2013-2017, firmata nei giorni scorsi tra industria e regioni. Infine un emendamento cancella il raddoppio dell'Ires sugli enti non commerciali, come istituti di assistenza sociale, ospedalieri e di beneficenza, previsto dalla legge di Bilancio. Bocciato l'emendamento che modificava la quota di capitale che le società per azioni possono detenere nella proprietà delle farmacie. Così come l'emendamento per l'accesso ai concorsi della sanità pubblica per il personale di pronto soccorso senza specializzazione, tema su cui si procederà con altri strumenti legislativi.

Gli altri provvedimenti

Arriva lo stop del Quirinale sul dl semplificazioni, lievitato a dismisura nel passaggio al Senato e diventato un omnibus più simile ad una manovra che a un decreto urgente. I dubbi del Colle sull'estrema eterogeneità degli argomenti trattati negli emendamenti approvati dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici di Palazzo Madama hanno frenato l'iter del provvedimento, facendogli letteralmente perdere i pezzi.

Niente stretta anti-Xylella dunque, criticata aspramente da Beppe Grillo per il ricorso - in caso di mancato rispetto delle norme sulla distruzione degli ulivi infetti - anche alla pena carceraria. Niente ampliamento degli sconti per la scatola nera in nome di una rc auto che il Movimento 5 Stelle vorrebbe più "equa", soprattutto al Sud. Niente novità per i docenti di nuovo incarico, per le farmacie in mano alle società di capitali (soprattutto estere) e nemmeno per i Caf, che si volevano in qualche modo facilitare in vista dei nuovi incarichi legati al reddito di cittadinanza. Restano in vita invece alcune delle norme su cui la maggioranza ha finora puntato di più: innanzitutto la moratoria sulle trivelle, su cui un accordo è stato faticosamente raggiunto solo dopo un lungo tira e molla interno al governo gialloverde.

Ma anche la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche, sponsorizzata dalla Lega a favore delle Regioni del Nord, il ripristino pieno dei fondi Imu-Tasi per i Comuni e le nuove norme sugli Ncc, nonostante l'aspra protesta dei conducenti, riuniti sotto Palazzo Madama in un lungo pomeriggio non privo di tensioni con la Polizia. In tutto la presidenza del Senato, a cui è toccato il vaglio delle ammissibilità, ha fatto saltare dopo l'input del Quirinale, circa 60 emendamenti, più o meno due terzi di quelli approvati nelle Commissioni, snellendo ad appena una ventina le modifiche a questo punto apportate al testo. Tra tutte, viene confermato il congelamento dell'aumento dell'Ires sul no profit.

Come auspicato anche in questo caso dal capo dello Stato, intervenuto nel discorso di fine anno contro "la tassa della bontà", sarà bloccato il passaggio dell'imposta al 24% deciso in manovra e sarà mantenuta, almeno temporaneamente, l'agevolazione al 12%. Il via libera è arrivato anche ai fondi a favore delle famiglie delle vittime di Rigopiano, così come all'estensione dell'obbligo di etichettatura su tutti i prodotti alimentari made in Italy. Andranno invece riconsiderate, e probabilmente inserite in altri provvedimenti, le norme di modifica per quanto parziali del codice degli appalti, la proroga della sospensione delle tasse per le famiglie e le imprese colpite dal crollo del Ponte Morandi di Genova, oltre alle modifiche della web tax. Così come disegnata in manovra, la nuova imposta sui servizi digitali colpisce infatti anche imprese e società attive sul web ma che nulla hanno a che fare con i colossi dell'online che non pagano le tasse in Italia, come per esempio Borsa Italiana che si puntava appunto ad escludere con l'emendamento presentato in Commissione.

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