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In Italia il record per morti da super batteri

Infettivologia Redazione DottNet | 13/03/2019 12:19

In Ue hanno provocato in un anno 33.110 decessi soprattutto fra senior e bimbi nei primi mesi di vita, e oltre 10 mila le vittime nel nostro Paese

Mani poco pulite, abuso di antibiotici anche nel mondo animale, troppo turnover di pazienti in ospedali e residenze anziani per i pochi posti letto. Sono i principali fattori che regalano all' Italia "un triste primato in Europa": i morti da superbatteri resistenti ai farmaci. In Ue hanno provocato in un anno 33.110 decessi soprattutto fra senior e bimbi nei primi mesi di vita, e un terzo delle vittime - oltre 10 mila - sono state nel nostro Paese. Numeri, cause e possibili soluzioni dell' antibiotico-resistenza, "ormai un' emergenza globale" che nel 2050 porterà le infezioni batteriche al primo posto fra i killer nel pianeta, sono al centro del VII Congresso biennale internazionale Amit - Argomenti di malattie infettive e tropicali, in programma a Milano domani e venerdì 14 e 15 marzo. Il tema è in cima alle agende delle istituzioni di tutto il mondo - dai Cdc negli Usa agli Ecdc e all' Efsa in Europa, dall' Ocse all' Oms i cui dati diffusi in febbraio (ritenuti parziali e relativi a 22 nazioni) stimano in 500 mila le persone che hanno avuto infezioni da batteri che hanno sviluppato un' antibiotico-resistenza - e tutte hanno elaborato algoritmi e linee guida per la gestione di "numeri sconvolgenti", li definiscono gli esperti.

"Attualmente qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti", spiega Marco Tinelli, tesoriere della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), presidente del summit Amit insieme a Massimo Galli, presidente Simit. "Sembra un paradosso - osserva - ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un' infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria. I batteri non conoscono frontiere e le stesse resistenze che si trovano in Europa o negli Stati Uniti si possono evidenziare in villaggi sperduti in Africa e in America Latina, come il report dell' Oms dimostra chiaramente"

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Alla 2 giorni milanese, ospitata dalla Federazione delle Associazioni scientifiche e tecniche-Fast di piazzale Morandi, parteciperanno oltre 300 esperti da tutta Italia e dall' estero. Il primo obiettivo è discutere "le più significative novità nel campo delle malattie infettive, con particolare attenzione alla gestione delle patologie da batteri multi resistenti (Mdr)". Il direttore generale Iniziative speciali dell' Oms, Ranieri Guerra, presenterà le strategie per contrastare l' antibiotico-resistenza a livello mondiale; la direttrice di Malattie infettive dell' università di Verona, Evelina Tacconelli, si soffermerà sulla situazione europea; la direttrice di Malattie infettive dell' università di Nancy, Céline Pulcini, farà il punto sulla strategia in Francia; il direttore del Dipartimento di prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Maraglino, illustrerà le iniziative in Italia; il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, parlerà di come l' industria internazionale e italiana sta gestendo le emergenze infettive e quali nuovi farmaci sono attesi sul mercato tricolore. A livello internazionale, il 63% delle infezioni da superbatteri risulta correlato all' assistenza sanitaria e socio-sanitaria. In Italia, secondo l' Istituto superiore di sanità, su 9 milioni di ricoveri ogni anno si riscontrano da 450 mila a 700 mila casi di infezioni ospedaliere (5-8% del totale degenti).

Tra le cause principali dell' antibiotico-resistenza indicate da un' indagine che sarà diffusa al Congresso Anit, anticipa una nota, "vi è sicuramente la scarsa tendenza a lavarsi frequentemente le mani. Questa è particolarmente rilevante in Italia, dove l' uso delle soluzioni alcoliche come detergenti risulta essere tra i più bassi nell' Unione europea secondo un report dell' Ecdc. Vi è poi la non oculata e inappropriata gestione degli antibiotici negli animali da allevamento e nel territorio per la prevenzione delle infezioni", con un rischio di induzione di resistenze che "coinvolge anche la salute umana (le deiezioni degli animali contengono batteri ad alta resistenza che si diffondono nei terreni circostanti gli allevamenti stessi, nelle acque di scolo e quindi nei fiumi e laghi)". Infine, "l' antibiotico-resistenza è dovuta al trasferimento genico delle resistenze da un batterio all' altro e all' esagerato turnover dei pazienti nelle strutture sanitarie (ospedali, Rsa) dovuto a una cronica mancanza di posti letto"

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