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Nuova tecnica per impianto valvole nel cuore pure per i giovani

Cardiologia Redazione DottNet | 20/03/2019 14:05

Cardiologi, passaggio epocale: non è più necessario un intervento a cuore aperto

Anche i pazienti più giovani ed a basso rischio possono essere curati con la tecnica mini-invasiva innovativa di impianto valvolare aortico transcatetere (Tavi), senza necessità di tagliare il torace, in caso di stenosi aortica. La metodica sinora era indicata per i pazienti anziani e a rischio chirurgico intermedio-alto. L'annuncio al Congresso dell'American College of Cardiology in corso a New Orleans, dove sono stati presentati i risultati di due importanti studi. E', affermano i cardiologi, "un passaggio epocale per la cardiologia interventistica e per milioni di persone che, in caso di stenosi aortica, grazie alla Tavi non dovranno più sottoporsi a un intervento a cuore aperto". Si tratta di "una notizia che cambierà la storia della nostra disciplina - afferma Giuseppe Tarantini, presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise) -. I due maggiori test di confronto fra Tavi e sostituzione valvolare aortica chirurgica nel paziente a basso rischio, sono andati ben oltre le aspettative. Sarà una rivoluzione per il percorso terapeutico della stragrande maggioranza dei pazienti".

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La TAVI è una tecnica mini-invasiva assai innovativa, spiega il cardiologo interventista, "eseguita senza aprire il torace e fermare il cuore dei pazienti con stenosi valvolare aortica. Quest'ultima è una malattia che insieme ad altre disfunzioni delle valvole cardiache, colpisce oltre un milione di italiani e ben il 10% degli over 65. La Tavi è eseguita dai cardiologi interventisti quasi sempre senza anestesia generale e con impianto della valvola attraverso l'arteria femorale. L'intervento dura meno di un'ora. Il recupero post-operatorio è rapido e il paziente può essere dimesso nel giro di 3 o 4 giorni dall'intervento. Ben diversa è invece la sostituzione valvolare chirurgica tradizionale, che comporta anestesia generale e circolazione extracorporea (una macchina sostituisce cuore e polmoni durante l'intervento) e che lascia naturalmente un'incisione sul torace e dura svariate ore". Per Robert Lederman, che dirige il Programma americano di ricerca interventistica di Cardiologia presso il National Heart, Lung and Blood Institute, "i risultati sono stati notevoli". 

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