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Anticoncezionale maschile supera i test di sicurezza

Andrologia Redazione DottNet | 25/03/2019 14:02

Il farmaco sperimentale si chiama dodecilcarbonato di 11-beta-metil-19-nortestosterone o 11-beta-Mntdc

Si torna a parlare del 'pillolo'. Un nuovo anticoncezionale maschile ha infatti superato i test di sicurezza e tollerabilità, dopo che un campione di uomini sani l' ha utilizzata quotidianamente per un mese. E ha prodotto risposte ormonali coerenti con una contraccezione efficace, secondo i ricercatori di due istituzioni che hanno condotto i test clinici di fase 1 presentati all' Endo 2019, l' incontro annuale della Endocrine Society a New Orleans. Il contraccettivo orale maschile sperimentale si chiama dodecilcarbonato di 11-beta-metil-19-nortestosterone o 11-beta-Mntdc. Si tratta di un testosterone modificato per avere insieme le azioni combinate di un ormone maschile (androgeno) e un progesterone, ha spiegato la ricercatrice senior dello studio, Christina Wang, del Clinical and Translational Science Institute del Los Angeles Biomed Research Institute (La BioMed). "I nostri risultati suggeriscono che questa pillola, che combina due attività ormonali in una, ridurrà la produzione di sperma preservando la libido", assicura Wang.

Lo studio è stato condotto su 40 uomini sani al LA BioMed e all' Università di Washington a Seattle. Dieci partecipanti allo studio hanno ricevuto una capsula placebo. Gli altri 30 uomini hanno ricevuto 11-beta-Mntdc in uno dei due dosaggi; 14 uomini hanno ricevuto 200 milligrammi, e 16 hanno ricevuto la dose da 400 mg. I soggetti hanno assunto il farmaco o il placebo una volta al giorno durante un pasto, per 28 giorni. Tra gli uomini che hanno ricevuto 11-beta-Mntdc, il livello medio di testosterone circolante è sceso al minimo. Cinque uomini hanno riportato una diminuzione della pulsione sessuale, e due hanno descritto una lieve disfunzione erettile, ma l' attività sessuale non è diminuita. Inoltre, nessun partecipante ha smesso di prendere il farmaco a causa di effetti collaterali gravi. I ricercatori hanno scoperto che i livelli di due ormoni richiesti per la produzione di sperma sono diminuiti notevolmente rispetto al placebo. Gli effetti sono risultati reversibili dopo l' interruzione del trattamento. Ma - notano gli esperti - poiché il farmaco richiede da 60 a 90 giorni per influenzare in maniera ottimale la produzione di sperma, 28 giorni di trattamento è un intervallo troppo breve per giungere a conclusioni sull' efficacia e pianificano dunque studi più lunghi. E, se il farmaco si confermerà davvero efficace, si passerà a sperimentazioni più ampie e quindi a test in coppie sessualmente attive.

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fonte: adn

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