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Defibrillatori: gli obblighi per medici e centri sportivi

Cardiologia Redazione DottNet | 26/03/2019 12:04

La normativa è a macchia di leopardo e non tutte le Regioni si sono adeguate

Ogni anno in Italia muoiono circa 60.000 persone per infarto o morte cardiaca. Il defibrillatore semiautomatico (DAE) è uno strumento che può salvare molte vite umane.

L’arresto cardiaco è molto frequente nella popolazione e la tempestività nell’agire è fondamentale. Molte Regioni, stanno mettendo in atto normative per cui è obbligatorio possedere DAE nei luoghi molto affollati, tra cui gli studi medici.

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Toscana

La regione Toscana, dal 1° gennaio 2018, ha introdotto l’obbligo di dotarsi di un defibrillatore (DAE) per gli studi medici e/o odontoiatrici soggetti a SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività, obbligatoria per gli studi che eseguono prestazioni diagnostiche e/o terapeutiche a minore invasività) e per le Strutture Sanitarie.

Sono esclusi dall’obbligo i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di libera scelta.

La legge prevede la possibilità di utilizzare un defibrillatore solo dopo un corso di formazione in Basic Life Support Defibrillation (BLSD), ma i medici non sono obbligati a seguire tale corso. Tuttavia, qualora lo studio o la struttura resti aperta al pubblico in assenza del medico responsabile dell’uso del DAE, è necessario che sia presente un altro medico oppure un dipendente che abbia eseguito un corso BLSD.

Scarica qui il testo del decreto regionale

Basilicata

In Basilicata anche gli studi odontoiatrici hanno l’obbligo di possedere ed esporre un defibrillatore semiautomatico esterno per garantire la sicurezza di personale e pazienti in ogni studio.

Questa scelta è nata dalla consapevolezza che i rischi sono molto frequenti in ambienti dove c’è un ampio uso di anestetici.   

Lombardia

La regione Lombardia, ha approvato il documento "Determinazioni in ordine alle linee guida regionali sull'utilizzo dei defibrillatori semi-automatici esterni (DAE) e sull'attivazione dei progetti di defibrillazione semi-automatica sul territorio lombardo".

Il documento ha lo scopo di illustrare le modalità operative inerenti all’utilizzo dei defibrillatori semi-automatici esterni e l'attivazione dei progetti di defibrillazione semi-automatica (PAD) sul territorio di Regione Lombardia.

Scarica qui il testo del decreto regionale

La regione Lombardia ribadisce la necessità di garantire la presenza di DAE nelle seguenti collocazioni:

    • su ogni Mezzo di Soccorso di Base (MSB) e Intermedio (MSI) inserito nel sistema di emergenza sanitaria regionale;
    • sui mezzi di soccorso che prestano assistenza a manifestazioni sportive o eventi organizzati per i quali è prevista dalla normativa vigente o da regolamenti specifici un’assistenza sanitaria;
    • presso Società Sportive sia professionistiche che dilettantistiche e all’interno di impianti sportivi, secondo quanto previsto dal Decreto Legge Sanità n. 158 (13 settembre 2012), nonché durante lo svolgimento delle attività sportive;
    • sui mezzi deputati al trasporto sanitario e sanitario semplice soltanto per i soggetti che beneficiano dell’assegnazione delle predette apparecchiature;

La presenza di DAE è inoltre ritenuta utile e fortemente raccomandata:

    • nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e private, accreditate o autorizzate, ove non sia già presente una risposta all’emergenza, strutturata o istituzionalizzata, che preveda l’impiego di un defibrillatore;
    • nelle strutture, fisse e/o mobili, nell'ambito di istituzioni coinvolte nella gestione dell'ordine pubblico e dell'emergenza (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Polizia Locale, Istituti Penitenziari, Capitanerie di Porto, Guardia Costiera, Forze Armate, Protezione Civile, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, ecc.);
    • in ambienti ad elevata densità di popolazione (aeroporti, stazioni marittime, stazioni ferroviarie, metropolitane, stadi, ipermercati, centri commerciali, hotel, ecc.);
    • in luoghi pubblici non rapidamente raggiungibili dal sistema di emergenza (ad es. treni, aerei, navi, imbarcazioni, ecc). Per le località remote (ad esempio aree rurali della Regione) sono state identificate le farmacie (o le immediate adiacenze) quali sedi di collocazione dei DAE;
    • nei luoghi facenti parte di un progetto PAD strutturato e autorizzato;
    • negli ambulatori delle strutture sanitarie (se non rapidamente ottenibile nella stessa struttura sanitaria) e nelle strutture ambulatoriali (studi medici, ambulatori dentistici, ambulatori delle ASL, ecc.).

Qual è la normativa per i medici di tutto lo stivale?

Data l’elevata mortalità e la possibilità di poter prevenire gli eventi cardiovascolari con un immediato soccorso, si sta cercando di regolamentare l’uso e la disposizione dei defibrillatori.

Cosa afferma la legge italiana sui defibrillatori semiautomatici?

Con la legge del 3 aprile 2001, n. 120, si è iniziato a regolamentare l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici DAE. La legge, infatti, afferma che:

"È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare."

È quindi aumentata la consapevolezza in materia di arresto cardiaco, che continua a crescere nel tempo.

A seguito del caso del calciatore Morosini, morto in campo per arresto cardiaco, è infatti scattato il Decreto Balduzzi del 2012, secondo il quale le società sportive professionistiche e le società sportive dilettantistiche hanno l’obbligo di dotarsi di un defibrillatore.

    • Le società sportive professionistiche hanno l’obbligo defibrillatore semiautomatico DAE dal 20 luglio 2013.
    • Le società sportive dilettantistiche hanno l’obbligo defibrillatore semiautomatico DAE dal 1° luglio 2017.

Per adesso l’obbligo nazionale è presente solo per le società sportive nazionali, e c’è grande polemica su chi può utilizzare o meno il defibrillatore.

Secondo la legge l’uso è consentito dal personale sanitario non medico solo se si ha ricevuto un’adeguata formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.

Su questo punto si è aperto un vivace dibattito. Enrico Baldi, specializzando in cardiologia all’Università di Pavia, nel corso del congresso sulle terapie acute cardiovascolari, organizzato dalla Società Europea di Cardiologia a Milano afferma: «il defibrillatore semiautomatico, indipendentemente da chi lo usi, prima dell’arrivo dei soccorsi, svolge un ruolo chiave nel migliorare la sopravvivenza delle persone colpite da un arresto cardiaco al di fuori di un ospedale».

Dai dati Istat relativi al 2014, quasi un terzo di tutti i decessi della popolazione italiana sono dovuti a malattie cardiovascolari.

Un soccorso il più possibile tempestivo e corretto, con l'utilizzo di un defibrillatore semiautomatico, arriva statisticamente a salvare fino al 30% delle persone colpite.

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