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Salute al maschile, serve accesso più uniforme alle terapie

Urologia Redazione DottNet | 29/03/2019 13:39

Workshop sulla qualità della vita per i pazienti operati alla prostata

Della qualità della vita dei pazienti operati di tumore alla prostata si parla raramente, spesso perchè le difficoltà successive all'intervento creano condizioni particolarmente disagevoli in chi è stato colpito dalla malattia. Proprio per questo gli esperti indicano la necessità di un accesso più uniforme alle nuove terapie, perchè vivere meglio si può.  Se ne è parlato nel corso del workshop a Roma "Salute al maschile: qualità di vita dopo le cure", promosso dal network Presa-Prevenzione e Salute per fare il punto sulla medicina di genere con particolare riferimento alla salute maschile nell'ambito dell'oncologia, dell'urologia e dei trattamenti innovativi.

"L'utilizzo di device altamente innovativi come lo sfintere artificiale per la cura dell'incontinenza urinaria maschile grave, oltre a migliorare la salute del paziente, costituisce una scelta vantaggiosa dal punto di vista economico", ha detto Francesco Saverio Mennini, research director Eetha del Ceis, Facoltà di economia dell'Università di Roma Tor Vergata e Kingston University di Londra. Infatti, ha aggiunto, "in termini di spesa con l'utilizzo di questo device si determina una riduzione dei costi complessivi pari a 1,5 milioni di euro dopo 5 anni. Un risultato che migliora la qualità di vita dei pazienti rispetto alla terapia conservativa attualmente utilizzata, grazie alla riduzione degli eventi avversi e con il raggiungimento dello stato di continenza totale." Dai dati dello studio "Hta e valutazione delle tecnologie sanitarie per l'incontinenza urinaria" emerge l'esigenza di valutare attentamente, nell'ottica sia dei pazienti che del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn), il ricorso a tecnologie già presenti sul mercato. "Sono un paziente e vivo in prima persona il problema dell'incontinenza che è devastante e che, purtroppo, non mi permette di condurre una vita normale. Sono due anni che mancano i finanziamenti previsti nei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA). Noi pazienti, riscontriamo tutt'ora una mancanza di attenzione da parte delle Istituzioni che incide negativamente sulla dignità delle nostre vite", ha dichiarato Francesco Diomede, Presidente della Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico.

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Per Roberto Carone, direttore della struttura complessa di neuro-urologia e del dipartimento delle mielolesioni della Città della Salute e della Scienza di Torino, nonostante la diagnosi sia sempre più precoce e nella maggior parte dei casi il paziente guarisce, restano gravi complicanze funzionali. "Per questo, è necessario istituire una rete regionale di centri di riferimento per il trattamento dell'incontinenza urinaria che rendano le cure più omogenee da Nord a Sud Italia". 

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