Ministero: prosegue il monitoraggio, gap evidente tra le regioni sulla digitalizzazione
Sono circa 240 milioni i referti di esami diagnostici e analisi del sangue ottenuti online dai cittadini italiani, ma sono concentrati in sole 5 regioni. Mentre complessivamente "lo stato di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) risulta ancora eterogeneo tra le diverse regioni". E' quanto emerge dalle attività del Tavolo Tecnico, istituito presso il Ministero della salute, che ha il compito di monitorare l'implementazione e l'utilizzo di questo strumento da parte delle regioni. Il fascicolo sanitario elettronico dovrebbe contenere, una volta a regime, tutti i dati sanitari e assistenziali dell'assistito, dai referti alle prescrizioni farmacologiche, dalle lettere di dimissioni ospedaliere a eventuali esenzioni dal ticket. Ad oggi però viene utilizzato soprattutto per la consegna di referti dematerializzati.
Secondo quanto riportato dal portale www.fascicolosanitario.gov.it, 18 Regioni hanno realizzato un sistema di fascicolo sanitario elettronico. Circa 11 milioni sono i fascicoli attivati dai cittadini (concentrati in 5 regioni: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna e Toscana), in cui sono disponibili quasi 240 milioni di referti digitalizzati. Mentre solo 11 regioni hanno aderito alla interoperabilità con l'Infrastruttura Nazionale per l'Interoperabilità (INI). Dagli incontri periodici condotti dal tavolo ministeriale, fa sapere all'ANSA il dicastero di Lungotevere Ripa, "risulta che la maggior parte delle regioni ha posto in essere attività autonome per la realizzazione dei sistemi regionali di Fascicolo sanitario elettronico, mentre Campania, Calabria, Sicilia e Abruzzo, hanno chiesto di avvalersi in completa sussidiarietà dei servizi offerti dall'infrastruttura nazionale per l'interoperabilità dei FSE, introdotta dalla legge di bilancio 2017".
Per i medici specializzandi fa fede la Normativa Europea 2003/88/CE che ha di fatto consolidato e sostituito le precedenti direttive 93/104/CE e 2000/34/CE, con la conseguenza che anche per questi ultimi vigono le medesime regole comunitarie
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