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In Argentina siero per sindrome emolitico-uremica

Farmaci Redazione DottNet | 12/04/2019 17:36

Fase di sperimentazione a carico dell'Ospedale italiano

L'avvio della fase di sperimentazione clinica su pazienti pediatrici di un nuovo siero che potrebbe diventare la prima cura al mondo per prevenire la sindrome emolitico-uremica, è stato annunciato da un gruppo di ricercatori nella sede dell'Ospedale italiano di Buenos Aires. L'Argentina è il paese dove la sindrome, provocata da un batterio che si trova particolarmente nella carne cruda, colpisce il maggior numero di bambini di meno di cinque anni, e qui la ricerca per trovare una cura innovativa ed efficace è iniziata alcuni anni fa. In una conferenza stampa i ricercatori hanno indicato che le autorità sanitarie argentine hanno autorizzato la sperimentazione dopo una prima serie di test su animali e su un gruppo di pazienti volontari che ha dimostrato la potenziale efficacia della terapia.

  Nel giro dei prossimi due anni è prevista l'inoculazione del siero a circa 400 pazienti nei principali ospedali di diverse regioni argentine. Dopo la conclusione di questa fase e le verifiche a livello internazionale, il nuovo siero sará pronto per la produzione e la commercializzazione. I responsabili delle ricerche hanno sottolineato che "un risultato positivo porterebbe ad una drastica diminuzione delle complicazioni provocate dalla sindrome e del conseguente tasso di mortalitá nei bambini colpiti. Gli studi sul siero, che finora si è dimostrato in grado di neutralizzare le tossine provocate dalla sindrome, sono stati condotti da medici specialisti dell'Ospedale italiano di Buenos Aires, uno de centri sanitari più prestigiosi in America Latina, in collaborazione con il laboratorio Inmunova e l'Istituto argentino di medicina sperimentale. Il principio, hanno infine spiegato gli esperti, è simile a quello utilizzato nei casi di avvelenamento per punture di serpenti o insetti pericolosi.

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fonte: ansa

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Agisce anche sul trabecolato

La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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