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Grillo: Intramoenia solo con ticket se l'attesa è eccessiva

Sanità pubblica Redazione DottNet | 14/04/2019 20:39

Il ministro parla anche di abolizione del ticket per le fasce più deboli e l'ingresso di neo specialisti contro le carenze di medici

Il ministro Grillo torna sull’argomento Intramoenia e liste d’attesa. L’agenda della titolare del dicastero sulla Sanità è fitta d’impegni, ma tra le priorità ci sono le liste d’attesa e l’integrazione con la professione libera all’interno degli ospedali: "Il piano che ho predisposto - sottolinea - contiene una grande novità: se un ospedale o una Asl non sono in grado di garantire una visita o un esame nei tempi previsti, deve impegnarsi ad erogarla in intramoenia, facendo pagare solo il ticket al paziente".

Altro argomento caldo sono i ticket: "Ci sono persone, soprattutto anziani, che arrivano a spendere fino a 300 euro al mese di ticket. Sto lavorando all' abolizione del ticket sui farmaci per le fasce più fragili e a chi ha un reddito basso, a cui non bastano le esenzioni", aggiunge il ministro della Salute Giulia Grillo. Grillo ha risposto anche sul tema del superticket: "E' una tassa odiosa e un problema soprattutto per i malati cronici -ha aggiunto - ho chiesto risorse al governo per poter aiutare le Regioni che non hanno i soldi per toglierla, almeno per le fasce più fragili".

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Grillo poi è tornata a parlare della carenza dei medici e della scelta di alcune regioni di richiamare i pensionati. "La priorità è garantire le cure ed è ovvio che si tratta di rimedi tampone. Ora purtroppo non abbiamo abbastanza medici con i titoli: sto lavorando a una riforma che consenta di accelerare l'ingresso dei neospecialisti e aumentare le borse, oltre a trasformare gli anni di specializzazione in formazione-lavoro. Oggi i neolaureati a spasso vanno a lavorare in Germania, Francia e Regno Unito : dobbiamo non farli scappare e garantire loro l'accesso nel pubblico".

Una battuta anche sulla sanità privata: "È un'insidia per il pubblico perché ha regole più flessibili del pubblico e quindi la possibilità di garantire migliori performance, ma il privato non sostituirà mai il pubblico. La cosa più importante è che sia sempre la Regione a decidere su quali specialità affidare al privato". Infine, un commento anche sulle autonomie. "La sanità è già avanti sull'autonomia e quindi va bene così. Ci sono Regioni che hanno minori risorse e capacità economiche di altre: se rimangono ancora più indietro, le disparità aumenteranno e a una maggiore autonomia deve corrispondere un maggiore potere di controllo da parte del ministero. Il Consiglio superiore di sanità si occuperà anche di diseguaglianze tra Regioni".

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