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Allattare il bimbo al seno lo protegge dall'obesità

Pediatria Redazione DottNet | 02/05/2019 17:24

Studio OMS, il rischio cresce fino al 22%

Allattare al seno il proprio bimbo, quando lo si può fare, aiuta a proteggerlo dall'obesità. Lo evidenzia uno studio condotto dall'Istituto Nazionale della Sanità in Portogallo e promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, presentato all'European Congress on Obesity a Glasgow. La ricerca fa parte della Who Childhood Obesity Surveillance Initiative, guidata dal dottor João Breda, capo dell'ufficio europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili dell'Oms. Per quanto riguarda l'allattamento al seno, l'analisi, che ha compreso 16 paesi tra i quali l'Italia e 29.245 bambini, ha trovato un effetto protettivo: rispetto ai bambini allattati al seno per 6 mesi, quelli che non erano mai stati avevano il 22% in più di probabilità di essere obesi; mentre quelli allattati però per meno di un semestre avevano il 12% in più di probabilità di essere in sovrappeso.

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Risultati simili sono emersi anche per quanto riguarda l'allattamento al seno esclusivo, sulla base di dati provenienti da 8 paesi (15.371 bambini). L'analisi ha rivelato anche un rischio maggiore del 50% di obesità infantile in caso di parto prematuro. Il basso peso alla nascita è risultato essere un fattore in qualche modo 'protettivo', riducendo il rischio di sovrappeso del 35%, mentre al contrario si è riscontrato che un peso importante aumentava il rischio del 9%. Gli studiosi rilevano che nonostante continue prove derivati dalla ricerca scientifica che mostrano i benefici dell'allattamento al seno, quello esclusivo in Europa rimane al di sotto della raccomandazione globale. Se infatti in quasi tutti i paesi oltre il 77% dei bambini veniva allattato al seno, c'erano però delle eccezioni: in Irlanda, Francia e Malta, il 46%, il 38% e il 35% dei bambini, rispettivamente, non lo erano mai stati. Solo 4 paesi su 12, poi, avevano una prevalenza del 25% o più di allattamento al seno esclusivo (per 6 mesi o più), tra cui Georgia (35%) e Kazakistan

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